Va avanti il progetto di ricerca sulla leishmaniosi iniziato nel 2002 dall’Università di Torino (Facoltà di Medicina e Facoltà di Veterinaria) in collaborazione con l’Asl AT. Entro il mese di aprile è previsto un controllo, con prelievo gratuito di sangue, dei cani che vivono nel capoluogo e in altri 10 comuni della provincia in cui si è registrato in passato il maggior numero di casi di malattia. I centri coinvolti sono Asti, Calliano, Canelli, Cantarana, Castello d’Annone, Cortiglione, Mombercelli, Mongardino, Rocca d’Arazzo, Rocchetta Tanaro, Scurzolengo.

Negli ambulatori, oltre ai veterinari, saranno presenti anche gli operatori della struttura universitaria di Malattie Infettive del “Massaia” per offrire informazioni ai proprietari dei cani.

Nei giorni scorsi, intanto, l’Asl AT ha illustrato ai sindaci le ricadute della malattia sulla salute pubblica, invitandoli a collaborare per diffondere informazioni sulla prevenzione del rischio di contagio.

Sono intervenuti Mauro Favro, direttore sanitario dell’Azienda, Gianstefano Filippone, direttore del servizio Veterinario area A (sanità animale), Alberto Biglino, primario di Malattie Infettive, Ezio Ferroglio, docente di malattie parassitarie degli animali della facoltà di Medicina Veterinaria di Torino e Ettore Ghiggi, veterinario dell’Asl.

La leishmaniosi è una malattia parassitaria del cane – ha spiegato Ezio Ferroglio – che occasionalmente può colpire anche l’uomo. Viene trasmessa dalla puntura di un piccolo insetto, il flebotomo o pappatacio. Tradizionalmente è presente nel Sud Italia, ma nell’ultimo decennio, a causa delle variazioni climatiche, sono stati riscontrati nuovi focolai anche al Nord. Puntiamo sulla collaborazione dei sindaci per fornire alla popolazione tutte le informazioni necessarie alla prevenzione del rischio di contagio”.

Bastano poche precauzioni per proteggere i nostri amici a quattro zampe: se il cucciolo è nato tra ottobre e aprile è sufficiente usare degli insetticidi (piretroidi), applicati direttamente sulla pelle o sul collare; se invece è nato nei mesi estivi (periodo in cui il flebotomo si sviluppa) occorre un esame del sangue per controllare se la bestiola è venuta in contatto con il parassita.

Nel 2008 sono stati segnalati al servizio Veterinario dell’Asl AT 42 casi di leishmaniosi canina: nel 2007 erano stati 64. Cinque, negli ultimi sette anni, i casi che hanno colpito l’uomo.

La maggior parte delle persone sane – rassicura Alberto Biglino – anche se vengono infettate dal parassita non sviluppano la malattia. Tuttavia, in caso di comparsa di sintomi, le terapie disponibili sono di breve durata ed efficaci e portano alla guarigione. Sono, invece, più a rischio di ammalarsi i pazienti che hanno contratto l’Aids, quelli sottoposti a trapianti o a chemioterapia oppure trattati con farmaci che abbassano le difese immunitarie”.