Alzi la mano chi di noi non ha mai detto“ mi sento un po’ infiammato”, riferendosi a sintomi vari quali un po’ di gonfiore addominale, l’intestino che non funziona come dovrebbe, difficoltà digestive o bruciore di stomaco, una stanchezza cronica già di prima mattina, dolori articolari diffusi qua e là, oppure candidosi e cistiti ricorrenti, mal di testa, prurito e orticaria.

Il più delle volte non riusciamo a trovare una causa per tutti questi disturbi, così li tamponiamo con farmaci sintomatici, generalmente degli antinfiammatori, che spengono il malessere al momento: guarda caso, i sintomi poco dopo si ripresentano o non scompaiono mai completamente.

Tutti conosciamo il meccanismo della pentola a pressione che si trova nelle nostre cucine. Immaginiamo che il nostro organismo sia una grande pentola a pressione e che inizi a fischiare facendo uscire vapore (in questo caso i sintomi) da una delle valvole di sicurezza. Se noi ci precipitiamo a chiudere la valvola (assumendo solo un farmaco) anziché spegnere la fiamma al di sotto della pentola, la pressione all’interno aumenterà finchè, in un periodo che puo’ variare da un giorno, un mese o un anno, si aprirà una seconda valvola di sicurezza con la comparsa di un secondo sintomo, cioè di un altro segnale di allarme.

Dobbiamo cercare di cogliere tutti questi segnali che il nostro organismo ci invia e indagarne le cause con lo strumento di terapia più semplice che esista: la nutrizione. Oggi sappiamo che un’infiammazione da cibo determina molto spesso un innalzamento dei valori di BAFF, una molecola- o citochina infiammatoria- che a cascata ne attiva altre: questo spiega la grande quantità dei sintomi precedentemente descritti.

Ecco perché negli ultimi anni non è più corretto parlare semplicemente di intolleranze alimentari. Si è passati dalla ricerca dei singoli alimenti considerati come nemici (e quindi da eliminare in modo drastico e per un periodo illimitato), a una visione più ampia e moderna di Reazione Infiammatoria da cibo ,generata da uno stimolo ripetuto e prolungato di determinati alimenti che causano una reazione infiammatoria difensiva.

Un regime alimentare monotematico, come accade per la maggior parte di noi, può portare a quel fatidico superamento del livello di soglia (il calore e la pressione della pentola che aumentano) come se si trattasse di una lenta e progressiva intossicazione per l’organismo. Anche un cibo sano può infiammare, e ciò dipende da persona a persona.

In farmacia mettiamo a disposizione un test semplice e innovativo, il Recaller Program, che consente di valutare il livello di infiammazione (tramite il dosaggio di due citochine infiammatorie -BAFF e PAFF) e il valore delle IgG nei confronti dei diversi Gruppi Alimentari (valore che indica il contatto eccessivo e l’ipersensibilità). L’analisi viene effettuata su sangue capillare prelevato dal dito (solo alcune gocce), in qualsiasi momento della giornata, senza l’obbligo di essere a digiuno. Il campione prelevato verrà inviato in un laboratorio dove un centro medico specialistico, con anni di esperienza nel settore di allergie e nutrizione, supervisionato dal Dott. Attilio Speciani, interpreterà i risultati e definirà il profilo alimentare ideale per ogni persona.

Per commentare il risultato del test e apprendere come effettuare il percorso alimentare che porterà al recupero della tolleranza e alla scomparsa dei sintomi, in farmacia sarà fornita una specifica consulenza. Tranquilli, non si tratta di una vera dieta (che al solo nominare quella parola lo stomaco si contorce dalla fame), ma di una proposta alimentare che ricalca i principi dello svezzamento infantile. Non ha niente a che vedere con quelle inutili e pericolose diete di eliminazione che prevedono l’esclusione per mesi di un elenco di alimenti senza ottenere alcun miglioramento. La proposta alimentare prevede ,fin da subito, l’inserimento graduale e progressivo degli alimenti verso i quali è risultata un’ipersensibilità secondo degli schemi ben precisi. Ogni giorno saprete quali sono gli alimenti che potrete inserire e quali evitare ,per un periodo che va dalle quattro settimane ai due mesi a seconda dell’intensità dei sintomi.

E’ motivo di grande soddisfazione per noi seguirvi in questo percorso, che vi porterà al recupero di uno stato di benessere e tonicità, senza rinunciare ai cibi gustosi e naturali.

 

A cura della dottoressa Federica