La Regione Piemonte ha predisposto un programma in cinque punti per tagliare le liste di attesa per visite ed esami e permettere a chi ha un bisogno sanitario più urgente di ricevere le prestazioni appropriate in tempi più brevi. E’ basato su una vasta riorganizzazione del sistema ed i risultati dovranno essere visibili entro la fine dell’anno.
Alle misure concrete previste dal progetto, illustrato il 10 maggio dal presidente e dall’assessore alla Sanità, sarà necessario affiancare anche una battaglia culturale mirata a sensibilizzare i cittadini.
Questi i capisaldi dell’intervento:
* Recall, che consiste nel contattare il paziente qualche giorno prima della data fissata per l’esame o la visita per avere conferma dell’appuntamento. In caso di disdetta si potrà così prenotare un altro paziente. Nel 2010 con questo sistema l’Asl Torino 1, che per prima l’ha sperimentato, ha recuperato quasi 13.000 prenotazioni, pari al 6% del totale. Su scala regionale le prenotazioni recuperabili diventerebbero circa 800.000.
* Accesso diretto, che permetterà di erogare senza prenotazione, semplicemente presentandosi con la richiesta medica, gli esami di laboratorio, l’elettrocardiogramma e gli esami di radiologia tradizionali (torace, colonna, arti).
* Centro prenotazioni integrato, per ottenere l’aumento dei posti tramite l’inserimento delle disponibilità delle strutture private accreditate nel sistema di prenotazione delle aziende sanitarie pubbliche.
* Aumento dell’offerta per le prestazioni per le quali oggi l’attesa è superiore agli standard in quanto maggiormente oggetto di richiesta da parte dei medici, come visita cardiologica, visita gastroenterologica, ecografia dell’addome, esofagogastroduodenoscopia.
* Sistema Rao (Raggruppamenti attesa omogenei), fondato sul governo dell’appropriatezza mediante la stesura e l’applicazione di protocolli condivisi, mirati a fare in modo che ai pazienti venga attribuita la corretta priorità, stabilire entro quanti giorni ciascuna prestazione deve essere garantita, ma anche per far capire ai pazienti stessi qual’é la loro priorità e quindi evitare che si preoccupino inutilmente per attese legate a situazioni non urgenti.
Commentando le misure, il presidente ha esortato tutti a portare avanti una vera e propria battaglia culturale in tema di sanità. Se ad esempio un cittadino prenota una visita specialistica e poi la diserta senza avvertire, deve essere aiutato a capire che il suo comportamento danneggia tutto il Servizio sanitario regionale, un diritto che va goduto rispettando i diritti altrui. Almeno il 6 per cento dei problemi sulle liste d’attesa è riconducibile a questi comportamenti. Un altro esempio: se una persona si reca in un ospedale per una visita e gli comunicano che in quella struttura c’è un’attesa di giorni, ma che a breve distanza può fare lo stesso esame in un tempo molto più breve, è il cittadino che deve saper cogliere questa possibilità. Un sistema in rete si pone l’obiettivo di smaltire la richiesta nel minor tempo possibile a parità di qualità di prestazione, visto tra l’altro che i livelli di trattamento sono uniformi su tutto il territorio.
Altra questione, secondo il presidente, è quella dei farmaci generici. Non solo il singolo cittadino, ma anche il sistema sanitario ha un risparmio enorme dall’utilizzo del farmaco generico, che però culturalmente non è ancora accettato da una parte considerevole dei piemontesi.
L’assessore alla Sanità ha aggiunto che la situazione di incertezza che genera l’attesa di una prestazione specialistica diagnostica e la paura che il rinvio della prestazione curativa o riabilitativa ambulatoriale possa peggiorare la prognosi costituiscono le comprensibili preoccupazioni di tutti i cittadini. Per questo motivo è stata presentata una proposta articolata che prevede una serie di azioni che verranno messe in campo nei prossimi giorni e che ci si augura possano portare a risultati evidenti nel più breve tempo possibile. L’assessore ha evidenziato il “Sistema RAO”, che tramite la stesura e l’applicazione di protocolli condivisi, d’intesa tra prescrittori ed erogatori di prestazioni, fa in modo che ai pazienti vengano attribuiti correttamente i criteri di priorità alle prestazioni che devono effettuare. Per esempio, una visita cardiologica dovuta a un dolore non acuto al torace insorto di recente e di sospetta origine cardiaca deve essere garantita entro 48 ore dalla richiesta, ed una visita urologica in presenza di disturbi dovuti a incontinenza urinaria deve essere garantita entro 30 giorni. L’inappropriatezza delle prescrizioni mediche è infatti una delle cause che, generando un eccesso di domanda, allunga i tempi d’attesa.