Rubavano attrezzatura chirurgica ma anche farmaci e utilizzavano gli ambulatori per scopi personali. Quattro medici e un’infermiera del reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale Cardinal Massaia di Asti sono stati coinvolti in un’indagine dei carabinieri del Nas di Alessandria e ora sono agli arresti domiciliari con le accuse di concorso in peculato e truffa ai danni del Servizio Sanitrario Nazionale. Le indagini sono scattate in seguito alla denuncia ai carabinieri della caposala accortasi di numerosi ammanchi di materiale in alcuni ambulatori. I militari del Nucleo Anti Sofisticazioni, in collaborazione con i colleghi di via Delle Corse, coordinati dal sostituto procuratore del tribunale di Asti Donatella Masia, hanno così piazzato delle microcamere per monitorare prima due ambulatori, poi un terzo e infine anche il corridoio del reparto. Dalle immagini è così emersa un’abitudine ormai consolidata, quella da parte degli indagati di “fare la spesa” come ha sottolineato il maggiore Biagio Carillo che ha guidato l’indagine. C’era chi con una vera e propria lista in mano, sceglieva cosa portare via; bisturi, pinze, arnesi ma anche farmaci di esclusivo uso ospedaliero che venivano rubati all’azienda sanitaria locale e usati in studi privati o per scopi personali. Nei guai sono finiti un’infermiera, tre medici assunti dall’Asl e un quarto dottore (una guardia medica) a contratto. Loro sono stati raggiunti di un’ordinanza di custodia cautelare e sono attualmente ai domiciliari. Un’addetta alle pulizie è stata invece indagata a piede libero. Accertamenti in corso su un’altra infermiera per la quale è stata proporsta l’interdizione (e non l’arresto). In sostanza gli indagiati non solo si sarebbero impossessati dei ferri del mestiere da usare in studi privati, ma avrebbero usato gli ambulatori per effettuare visite “extra” pagate molto spesso in nero. Per questo le accuse per i dipendenti dell’Asl sono di peculato, ossia di appropriazione di beni pubblici, e di truffa ai danni dell’azienda sanitaria. Per la guardia medica, che per gli inquirenti usava l’ambulatorio pubblico come uno studio privato e anche lui si portava via arnesi e medicinali, le accuse sono di truffa e furto (non peculato perché non è assunto direttamente dall’Asl). Gli accertamenti sono ancora in corso per capire se ci sono altri soggetti coinvolti. Il blitz è scattato all’alba di questa mattina con 18 perquisizioni sia in abitazioni private che in studi. I carabinieri dei Nas hanno così recuperato il materiale oggetto del furto, un “bottino” del valore di diverse decine di migliaia di euro. Dall’Asl At, che ha direttamente collaborato all’inchiesta dei Nas, arriva una presa di posizione netta. “Personalmente sono indignata ed offesa per tutti gli operatori che quotidianamente operano con onestà, trasparenza e risultati importanti per la salute del cittadino – ha commentato il direttore Ida Grossi – . Quella trasparenza è diventata uno dei punti fondanti dell’amministrazione regionale e della nostra Azienda sanitaria che, come si evince, sta dando i primi frutti”. Su disposizione della magistratura attualmente i nomi dei medici e dell’infermiera raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare non sono stati resi noti.

 

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