cena capodannoSe per riempiere il serbatoio di una automobile di buona cilindrata si spendono non meno di 80 euro, per trascorrere la notte di capodanno degustando prodotti, vini e spumanti di qualità la spesa potrà essere contenuta nei 70 euro. Ad evidenziarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che ricorda come fino agli anni ’90 un buon veglione potesse costare almeno il doppio di quanto si spendeva per “fare il pieno” alla macchina. “Un trend inquietante – secondo la Cia – che fotografa fedelmente ciò che sta accadendo nei campi: prezzi stabilmente bassi per le derrate alimentari e costi per produrre arrivati alle stelle”. “Un nostro monitoraggio – spiega l’organizzazione agricola – effettuato su tutto il territorio nazionale segnala come, in particolare negli agriturismi, l’offerta per il cenone dell’ultimo giorno dell’anno sia contenuta tra i 50 e i 100 euro a persona. Si tratta, prevalentemente di menù molto pregiati che annoverano ottimi vini e spumanti oltre alle portate di grande genuinità, tipicità e qualità. Molto utilizzato sarà il tartufo, così come gli insaccati artigianali di eccellenza, dai lardi, ai salami, ai culatelli per arrivare alla cacciagione e il pollame, oltre ai classici zamponi e cotechini. Immancabili le lenticchie, proposte in migliaia di ricette diverse dal nord al sud, e i vini che scorreranno a fiumi. Nelle altre tipologie di esercizi, ristoranti, alberghi e strutture diverse, i prezzi risultano leggermente superiori rispetto agli agriturismi ma sempre contenuti e con un’offerta di ottimo livello nel rapporto qualità/spesa”. “Festeggiare al sud – continua la Cia – rispetto al centro-nord del Paese costerà di meno. I prezzi medi di cenoni e veglioni sono più bassi del 10/15 per cento. Inoltre -segnala la Cia- scende sensibilmente, di anno in anno, la percentuale degli italiani che chiedono nel menù di San Silvestro specialità estere come il caviale e il foie gras”. “Saranno oltre 500 mila – conclude la Cia – gli italiani che alla fine delle festività (Befana compresa) avranno consumato un pasto e trascorso almeno due notti in un agriturismo”.