Revisione totale delle agende di prenotazione, incremento dell’attività e delle prestazioni per affrontare le situazioni più critiche, assunzioni di personale per aumentare l’offerta. Sono alcuni degli interventi previsti dalla bozza del piano triennale per la riduzione delle liste d’attesa nella specialistica ambulatoriale presentato oggi pomeriggio dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta e dai tecnici dell’assessorato a vertici delle aziende sanitarie, ordini professionali, sindacati, associazioni di categoria e associazioni per i diritti dei malati. Il progetto era stato illustrato in mattinata nel corso della riunione della Giunta regionale.   “Le esperienze condotte anche in altre regioni dimostrano che è possibile affrontare il problema delle liste d’attesa soltanto attraverso la collaborazione di tutti gli attori del sistema. Per questo oggi proviamo a indicare un percorso, sottoponendo una proposta aperta per cui ci aspettiamo di ricevere suggerimenti. Si tratta di un tema delicato, che però rischia di determinare una grande disaffezione nel sistema sanitario se non affrontato” ha sottolineato l’assessore Saitta. A questo scopo sarà istituito un tavolo con tutti i soggetti coinvolti, per un continuo confronto e per la condivisione dei percorsi anche dopo l’approvazione definitiva del piano da parte della Giunta, prevista entro la fine di marzo.   Il primo obiettivo è la modifica delle agende delle prenotazioni, che saranno organizzate per codice di priorità e comprenderanno tutte le tipologie di specialisti, pubblico, convenzionato e attività intramoenia. Verrà istituito un doppio binario, il primo riservato unicamente alle prestazioni di “primo accesso”, che riguardano un nuovo paziente o una nuova patologia. Il secondo è riservato ai pazienti con patologie croniche, alle prestazioni di “secondo accesso”, che non hanno particolare urgenza.   “Stiamo anche valutando la possibilità di far effettuare la prenotazione direttamente al medico di famiglia, al pediatra o allo specialista al momento della prescrizione – aggiunge Saitta -. Sono conscio che si tratterebbe di una vera rivoluzione, per cui per poterla attuare servirà senza dubbio un’intesa e un percorso condiviso con i medici di famiglia. Non vogliamo imporre loro nulla, ma invitarli a discutere sul progetto”.   Per fare fronte a criticità ed emergenze, le aziende sanitarie potranno incrementare l’attività e il volume delle prestazioni nelle specialità che presentano attese più lunghe. Per aumentare l’offerta sono previste assunzioni a tempo determinato e il conferimento di incarichi provvisori a specialisti ambulatoriali. Inoltre, la riduzione delle liste d’attesa entra fra gli obiettivi di risultato del personale.   La messa in campo del piano si affiancherà all’attivazione del nuovo Cup unico regionale, prevista per i prossimi mesi, che permetterà la verifica puntuale dell’apertura e della chiusura delle agende di prenotazione delle singole aziende sanitarie: agende e liste d’attesa del pubblico e del privato accreditato dovranno essere unificate e trasparenti. Novità anche per quanto riguarda l’attività di libera professione in intramoenia: il 5% del compenso, già vincolato in via prioritaria a finanziare gli interventi previsti dal piano, servirà anche a istituire un sistema di controllo per accertare che il volume delle prestazioni di libera professione non superi quello dell’attività istituzionale, e che vi sia un allineamento progressivo dei tempi medi di attesa fra le due aree.   Sul fronte della domanda, si intende invece agire sull’appropriatezza prescrittiva, con il coinvolgimento dei professionisti. L’obiettivo è arrivare a una mappa dei dati di consumo e dei flussi delle prescrizioni, confrontandoli fra le varie realtà piemontesi e con quelli delle altre regioni, per definire così gli interventi di miglioramento e limitare gli eccessi.   L’assessorato alla Sanità seguirà costantemente la corretta applicazione del piano. Saranno istituite di cinque aree omogenee di programmazione – Torino Est, Torino Ovest, Sud Ovest, Nord Est, Sud Est – corrispondenti ad altrettanti bacini geografici. All’interno di ogni azienda sanitaria, i direttori generali garantiranno il governo dei tempi di attesa e i responsabili saranno i rispettivi direttori sanitari. Nella direzione Sanità si costituirà poi un Gruppo di coordinamento del programma, che si occuperà di analizzare e monitorare le situazioni critiche e controllare i risultati.