La cardiologia del Cardinal Massaia è stata protagonista al 21º Corso Internazionale di ablazione delle aritmie cardiache che si è tenuto a Praga nei giorni scorsi. Un appuntamento al quale hanno preso parte relatori che sono giunti da tutto il mondo. Unico relatore italiano il dottor Marco Scaglione. Il Direttore della cardiologia astigiana è stato invitato a Praga con una parte della sua equipe per poter relazionare sulla sua esperienza sulla metodologia di ablazione senza l’uso di raggi sviluppata presso l’ospedale astigiano e che ha fruttato già 4 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali.
Il dottor Scaglione e la sua equipe hanno effettuato un intervento di ablazione di fibrillazione atriale con la succitata tecnica spiegando ai partecipanti come poter applicare la metodologia che avrebbe permesso loro di replicare tale intervento.
Il primario della cardiologia astigiana non è nuovo a tale coinvolgimenti, infatti, nell’aprile 2016 è già stato invitato al congresso internazionale dell’ American College of Cardiology tenutosi a Chicago per relazionare su questa nuova tecnica da lui sviluppata e applicata in quel caso sulla popolazione pediatrica.

Lo scopo del corso è quello di condividere le esperienze dei maggiori Centri a livello internazionale per diffondere le migliori tecniche di cura delle aritmie a tutti i partecipanti.
Il Congresso è stato articolato in modo tale che i relatori dapprima spieghino, con relazioni frontali tenute in aula magna, la tematica ed il metodo applicato e, successivamente, gli stessi relatori possano effettuare interventi sul paziente che verranno proiettati dal vivo a tutta l’audience per dare una prova di applicazione pratica.
In tal modo si permette una interazione diretta tra discenti e docenti potendo i primi effettuare domande in diretta per meglio comprendere come si sviluppa l’intervento stesso.
La sede è stata l’Istituto di Genetica Molecolare dell’Università di Praga e gli interventi sono stati effettuati nelle Divisioni di Cardiologia dell’ospedale IKEM e HOMOLCE dirette rispettivamente dal Professor Kautzner e Neuzil, direttori anche del Corso stesso.
“Questi riconoscimenti – ha spiegato Marco Scaglione – sono la prova tangibile della qualità assistenziale che viene fornita dalla cardiologia astigiana e sono la gratificazione che deriva dal riconoscimento della comunità scientifica alla dedizione ed impegno che i cardiologi astigiani mettono nella cura dei propri pazienti. Va ricordato che tali risultati sono dovuti all’impegno di tutto il personale della Cardiologia, dal personale Infermieristico a quello Medico e al supporto che la Direzione Generale e Sanitaria forniscono ai suoi operatori. Con grande soddisfazione devo anche ricordare che la cardiologia astigiana non eccelle solo nella cura delle aritmie ma è in grado di fornire ai propri pazienti le tecniche più all’avanguardia anche nella cura delle altre patologie cardiache come la cardiopatia ischemica (infarto)”.
L’occasione è anche quella, per il Scaglione di fare il punto sulla situazione della cardiologia astigiana così come tiene a precisare lui stesso: “La prima è di sollevare l’attenzione degli organi politici regionali perché la crescente domanda, sia locale che anche per larga parte extra regionale, che afferisce alla divisione di cardiologia astigiana, ha saturato la massima capacità operativa della nostra struttura ed è quindi necessaria una valutazione degli organi preposti per poter adeguare la risposta e permettere a tutte le persone che lo necessitano di accedere alla cura.
Secondo, tengo particolarmente a ricordare a tutti i cittadini che, nonostante gli enormi miglioramenti nella capacità di cura di tutte le patologie cardiovascolari, la cardiopatia ischemica è ancora la prima causa di morte in Italia e non solo”.
La notizia confortante è che la situazione astigiana, tuttavia, vede un tasso di mortalità inferiore rispetto alla media Nazionale grazie alla professionalità dei suoi operatori.
“Tale situazione favorevole – prosegue Scaglione nella sua analisi – non deve però far pensare ai cittadini che la medicina sia in grado di risolvere in ogni modo il problema una volta che si è instaurato, perché l’intervento medico seppur tempestivo ed appropriato non riesce a salvare tutti pazienti. La consapevolezza delle persone di avere a disposizione ottimi standard di cura tuttavia non deve far loro sottovalutare l’importanza di seguire le indicazioni sullo stile di vita e sull’applicazione dei principi della prevenzione per evitare di sviluppare in futuro una cardiopatia.
I risultati fin qui ottenuti mi rendono orgoglioso del lavoro di tutti i miei collaboratori e spingono noi tutti alla perseveranza nell’impegno che quotidianamente mettiamo nel nostro lavoro.”