logo casa del consumatoreLa “Casa del Consumatore” di Asti nell’ambito dell’iniziativa sulle revisioni condominiali promossa  nel mese di novembre ha fatto un’importante scoperta: i costi per la sostituzione delle caldaie  condominiali e per l’installazione delle termovalvole con i contabilizzatori di calore, sono stati  attribuiti, dagli amministratori, agli inquilini e non ai proprietari come previsto dalla legge.  Come si è creata l’anomalia segnalata dall’associazione consumatori? “All’inizio degli anni 2000 ed in parte minore ancora oggi – spiega Stefano Santin presidente della  Casa del Consumatore – società che forniscono il gas hanno proposto contratti di fornitura che  prevedevano, a fronte di una maggiorazione del costo al metro cubo del gas e di un contratto  stipulato per una durata di almeno dieci anni, un pacchetto chiavi in mano con la sostituzione della  caldaia e l’installazione di contabilizzatori individuali di calore oltre alle termovalvole”. “Il costo dell’impianto – prosegue Santin – è stato anticipato dalla società di vendita del gas per poi  addebitarlo ai condomini in unica voce denominata “gestione calore”. Tali costi sono stati così pagati dagli inquilini che, non essendo proprietari, non avrebbero dovuto  pagare l’impianto ma solo esclusivamente il gas metano consumato.  Questa modalità – spiega Santin – ha sempre trovato il consenso dei proprietari poiché  ammodernavano l’impianto di riscaldamento facendolo poi pagare all’inquilino che così si è  trovato a sostenere una spesa non dovuta pari a circa 300/400 euro annui a seconda dell’ampiezza  dell’alloggio. “In tal modo – chiosa il presidente – gli amministratori hanno fatto approvare la delibera di  affidamento della fornitura del servizio gestione calore, senza convocare gli inquilini come previsto  dalla normativa sulle locazioni.  Certamente una responsabilità va attribuita agli amministratori che, per compiacersi i proprietari,  non hanno diviso i costi dell’impianto da quelli relativi ai consumi di gas d’addebitare agli inquilini.  “Il caso in questione, prosegue Santin, oltre a riscontrarlo nei numerosi condomini oggetto di  verifica contabile, lo abbiamo subito direttamente noi della Casa del Consumatore. Infatti tutt’oggi  l’amministratore tenta di non fornirci l’allegato al contratto da dove si evincono i costi  dell’impianto pagati dalla nostra associazione”. Il caso più clamoroso è stato riscontrato in un condominio di Asti dove ricevono il rimborso solo gli  inquilini che hanno accertato l’errore mentre alla restante parte non viene riconosciuto nulla.  La Casa del Consumatore, considerata la prassi molto diffusa, ha deciso d’istruire uno sportello per  dare assistenza al fine di recuperare le somme versate illegittimamente. “Si tenga presente che in caso di contratti decennali – conclude Santin – con un esborso di 400  euro annui si ha diritto a rimborsi sino a 4000 euro a famiglia, non pochi in un periodo di forte crisi  economica”.  Gli astigiani che intendono richiedere il rimborso potranno contattare la Casa del Consumatore di  via Pietro Micca 11 allo 0141.530197 oppure info@casadelconsumatore-piemonte.it