Aperto a Ferragosto: il Museo Paleontologico attende astigiani e turisti.  Derogando alla chiusura del sabato, la struttura del Michelerio gestita dalle Aree Protette Astigiane   terrà le porte aperte per fare affacciare i visitatori su un mondo lontanissimo: quello del Mare   Padano che milioni di anni fa ricopriva anche l’Astigiano.   Ecco i grandi cetacei fossili (balene di Vigliano, Chiusano, San Marzanotto, Portacomaro, delfini di   Belangero e Settime) raccontare quell’antico passato insieme alle preziose collezioni di conchiglie e   all’enorme mandibola ricostruita di squalo che, di recente, si è conquistata l’attenzione di Piero   Angela nella trasmissione televisiva “Superquark”.   “Quello Paleontologico – sottolinea Felice Musto, commissario delle Aree Protette Astigiane – è un   museo territoriale: riunisce i reperti trovati, negli ultimi sessant’anni, in vari centri dell’Astigiano e   del Monferrato. Altri, come il delfino di Camerano Casasco, sono ancora conservati al Museo   regionale di Scienze Naturali di Torino: ci piacerebbe riportarlo a casa, anche perché presto il   restauro in corso al Michelerio darà nuovi spazi. Ma il nostro è anche un museo diffuso sul   territorio. Sono infatti stati censiti una cinquantina di geositi, di cui sei già attrezzati per la fruizione   pubblica: si possono osservare i fossili dal vero, sugli affioramenti rocciosi, facendo vivere ai   visitatori esperienze ed emozioni immersi nell’ambiente naturale”.   L’orario estivo del Museo dei fossili, che gli ultimi anni ha registrato oltre 16 mila presenze, è il   seguente: da lunedì a giovedì 10-16, domenica 10-13/16-18 (chiuso venerdì e sabato, ma per il 15   agosto si farà un’eccezione). La visita guidata è compresa nel biglietto d’ingresso: adulti 3 euro,   ultra65enni 2 euro, bambini e ragazzi (6-14 anni) 1 euro.   Per la sua importanza, il centro espositivo delle Aree Protette Astigiane è il punto di riferimento del   Museo diffuso “Le colline del mare dell’Astigiano”, piano di valorizzazione territoriale promosso   cinque anni fa dalla Regione. Una trentina le realtà tra piccoli musei (civiltà contadina, personaggi   locali, arte moderna o sacra, tipicità enogastronomiche, ecc.), beni architettonici, naturalistici,   archeologici e geositi che operano in rete.  L’ultima fatica è stata dotarsi di un orario di apertura per migliorare l’accoglienza: un lavoro   certosino, durato mesi, presentato in una conferenza stampa tenuta, al Museo Paleontologico, da   Mauro Malaga, sindaco di Cerro Tanaro e presidente dell’Unione Collinare Via Fulvia (capofila del   progetto sul Museo diffuso), Gianfranco Miroglio, coordinatore del piano di valorizzazione   territoriale, e Mariangela Migliardi, consulente.  Grazie alle “Colline del mare” è possibile la gestione in rete dei beni, mentre i luoghi espositivi   rispondono ai requisiti richiesti dalla Regione per essere considerati musei a tutti gli effetti: tra   questi garantire l’apertura minima di 24 ore settimanali.