Un progetto che fonde teatro, multiculturalità e anche divertimento. Sembra essere questo lo scopo di Theaterproject 2012 presentato oggi nello spazio “Aperitivo con…” curato da Gazzetta d’Asti e Primaradio nell’ambito della 60^ Fiera Regionale Città di Asti. A fare gli onori di casa il nostro giornalista Alexander Macinante che ha accolto i curatori dell’evento, gli attori astigiani Alessio Bertoli e Fabio Fassio. Ma cos’è Teaterproject?
“L’idea nasce perché il Comune di ha invitati a partecipare a un bando di concorso peraltro già iniziato – spiega Bertoli – ma si tratta comunque di un progetto che vede la creazione e la messa in scena di uno spettacolo teatrale multiculturale, fra Italia, Francia e Germania”.
Due storici del teatro astigiani prestati anche all’insegnamento dato che sia Fassio che Bertoli si occupano quotidianamente di “insegnare” recitazione nelle scuole.
“Si può dire che siamo formatori consolidati – commenta Fassio, del Teatro degli Acerbi -. Io mi occupo di ragazzi dalle materne fino ai licei, mentre il mio collega Bertoli copre una fascia di età che va dalle medie in su. Il teatro è un modo di responsabilizzare i giovani, offrendo loro un ruolo e una parte da studiare e recitare. Questo significa dare loro fiducia”.
Due attori astigiani, sì, ma dai percorsi molto diversi. Com’è stato lavorare insieme? Qual è la storia di questa esperienza teatrale innovativa?
“Innanzi tutto voglio dire – interviene Bertoli – che non siamo affatto concorrenti. Anzi non esistono concorrenze nel nostro mondo. Noi in passato, con le nostre associazioni Arte e Tecnica e il Teatro degli Acerbi, avevamo già collaborato, ottenendo risultati più che soddisfacenti. Personalmente credo che lavorare con colleghi che hanno un modo diverso dal mio di vedere e interpretare il teatro sia molto utile, stimolante e formativo”.
“In questo progetto – spiega invece Fassio – ho apportato alcune mie caratteriste da attore, dando un’impronta più lontana dal linguaggio verbale e puntando piuttosto sulle maschere e sul linguaggio del corpo”.
Ma cosa aspettarsi dallo spettacolo Teaterproject che andrà in scena, nell’ambito del festival Asti Teatro, sabato 7 luglio al Piccolo Teatro Giraudi?
“Giovanni Fortunato, questo il nome dello spettacolo, è una trasposizione di una fiaba dei fratelli Grimm – spiega Fassio -. Il protagonista è appunto Gianni, che dopo anni di lavoro, viene premiato con un grosso pezzo d’oro molto pesante. Lui vuole andare a trovare sua mamma ma ben presto si accorge che il malloppo è troppo pesante e quindi decide di tramutarlo con un cavallo dal quale però viene disarcionato. Da qui nascono una serie di peripezie che si concludono con l’ennesima permuta dell’oro in un’altra cosa, un sasso, ancora più pesante che scivola poi in un fiume. Qiundi Giovanni, contento di essersi tolto una fatica torna a lavorare. L’idea dello spettacolo è quello di fare capire il vero valore del denaro in un momento di crisi come questo”.
Alessio Bertoli, rappresentante astigiano e italiano del progetto ha tenuto direttamente i contatti con l’estero. Com’è stato lavorare coi ragazzi stranieri?
“All’estero come spesso si dice sono più avanti di noi – spiega l’attore -. Il progetto prevedeva che i ragazzi si mischiassero fra loro, quindi sono stati accolti in famiglie tedesche, assieme agli altri compagni francesi, come in un vero scambio culturale. E’ stato un modo molto utile per crescere anche come persone, senza dimenticare l’importanza di perfezionare una lingua fondamentale come l’inglese, usato per capirsi, anche se noi italiani abbiamo cercato di comunicare anche attraverso il linguaggio del corpo”.
“Anche nello spettacolo abbiamo cercato di usare il corpo e le maschere, oltre che alla lingua parlata – interviene Fassio -. Abbiamo cioè reintrodotto la commedia dell’arte Le maschere tradizionali del teatro italiano come Colombina, Pantalone sono state addirittura inserite nello spettacolo che ha debuttato il 14 aprile in Francia raccogliendo un grosso successo non solo fra i genitori degli studenti protagonisti”.
Qui ad Asti come è cambiata l’offerta e la ricevibilità del teatro?
“Nelle suole ci sono moltissimi ragazzi che scelgono di fare corsi di teatro – commenta Bertoli – e in alcune situazioni si creano gruppo talmente capaci che partecipano anche a festival italiani importanti. Anche i laboratori sono sempre molto seguiti e spesso ci sono esperienze che proseguono anche dopo la fine del ciclo scolastico. Senza dimenticare le scuole di recitazione vere e proprie che raccolgono allievi sempre più giovani”.
“La percezione del teatro è cambiata ed è mutata anche la percezione degli insegnanti – spiega Fassio -. Sta, infatti, maturando un riconoscimento della professionalità della figura dell’attore che viene considerato finalmente un professionista”.
Come ci si muove in questo contesto, esiste una ricetta vincente?
“Proprio nei momenti di crisi vengono fuori le abilità se le si hanno – risponde Bertoli – e se si ha la capacità di proporsi e di proporre progetti nuovi e interessanti”.
“Nel nostro mondo una volte c’era più sana competizione fra le compagnie teatrali – aggiunge Fassio -. Noi vorremmo avere stimoli dal territorio sul territorio per poter trovare anche degli interessi nuovi. C’è da dire, però, che le istituzioni non hanno percezione del nostro ruolo. C’è ignoranza e non c’è la comprensione del valore che il teatro ha sulla costruzione delle persone”.
Francesco Ecclesia, Marco Ecclesia, Giulia Masoero, Federica Bosio, Cecilia Noviello e Martina Borin, gli attori astigiani del progetto diretto da Bertoli, Fassio e dai registi David Attia  di Valance e Thomas Laengerer di Biberach vi aspettano in scena il 7 luglio prossimo al Piccolo Teatro Giraudi.

I video dell’evento sono disponibili su http://www.youtube.com/user/YouGazzetta/videos

Le foto sono disponibili su http://www.flickr.com/photos/gazzettadasti/sets/72157629583017090/