Sicurezza partecipata e consigli utili per prevenire le truffe. Sono stati questi i cardini dell’incontro che si è svolto questo pomeriggio nello spazio “Aperitivo con…” organizzato da Gazzetta d’Asti e Primaradio nell’ambito della 60^ edizione della Fiera Regionale Città di Asti. A fare gli onori di casa la giornalista radiofonica Betty Martinelli che ha accolto Salvatore Faita, dirigente dell’ufficio Upgs della questura di corso XXV aprile e Silvano Paci, comandante della stazione dei carabinieri di Asti. Il ruolo di polizia e carabinieri nel tessuto sociale, ma anche la differenziazione fra le tipologie di reati in base alle zone dell’Astigiano, l’analisi dei crimini maggiormente commessi in zona e i suggerimenti per evitare di cadere nella rete dei malviventi di turno. Questi i cardini dell’appuntamento. “Il lavoro principale della mia squadra (ufficio generale del soccorso pubblico) è principalmente quello di prevenire la criminalità – spiega Faita – questo grazie soprattutto alla sezione delle volanti, le pantere insomma, che pattugliano quotidianamente il territorio, ma non solo. Fondamentali per noi sono la sala operativa che raccoglie denunce e segnalazione e i poliziotti di quartiere. Ma la vera risorsa che tutte le forze dell’ordine hanno ha disposizione è la collaborazione della cittadinanza. Si può spiegare così il complesso concetto di sicurezza partecipata. I poliziotti o i carabinieri di quartiere sono a diretto contatto con la gente, le associazioni di categoria e le scuole e ciò rende più semplice il contatto con gli astigiani. Noi sentiamo la vera esigenza di coinvolgere le persone per combattere la criminalità, solo così è possibile arrivare a una drastica diminuzione dei reati”.
Parole condivise anche dal comandante della stazione dei carabinieri di Asti. “I compiti dei carabinieri sono simili a quelli della polizia con la quale c’è un’ottima collaborazione – commenta Paci -. Il comando provinciale è però molto articolato. L’Arma è infatti dislocata su tutto il territorio, mentre la polizia opera in città e nelle frazioni. I carabinieri hanno invece stazioni che coprono tutti i 118 comuni dell’Astigiano, operative 24 ore su 24. Anche la nostra struttura prevede una figura di riferimento per la gente, il carabiniere di quartiere appunto. Un militare a contatto con la popolazione che si confronta coi problemi quotidiani e raccoglie le segnalazione delle persone, commercianti in primis. Un referente specifico dell’area in cui opera, insomma, e che lavora ogni giorno per prevenire i reati. Ultimamente l’Arma ha anche ideato una stazione mobile, un furgone adibito ad ufficio che ha il compito di arrivare a quei cittadini che non riescono per qualunque motivo a recarsi in caserma. Come si dice, se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto”.
Quasi ogni giorno, però, diamo notizia sui giornali di truffe ai danni di anziani, reati sgradevoli che colpiscono una delle fette di società per luogo comune più deboli. Ma davvero questi crimini sono così diffusi?
“Credo che l’incontro di oggi sia l’occasione migliore per tranquillizzare gli astigiani – riprende il dirigente delle volanti -. La percezione della sicurezza è un conto, ma il numero dei crimini commesso è un altro. L’andamento dei reati commessi nel nostro territorio è positivo, nel senso che i reati sono drasticamente calati rispetto allo scorso anno. I raggiri sono episodi odiosi, ma, fortunatamente, non così diffusi come si crede. Ci sono molte denunce che proprio in questi giorni sono al vaglio di noi inquirenti e che non escludono affatto l’individuazione dei colpevoli. L’evoluzione delle truffe è però crescente. Ci sono diverse strategie adottate dai malviventi, dalla scusa della giacca sporca usata per sottrarre i portafogli, all’idea della gomma della bici sgonfia usata per avvicinare la potenziale vittima. La polizia è però corsa ai ripari e ha ideato una serie di video, visibili su youtube, nei quali sono spiegati e mimati i raggiri più diffusi, proprio per metter in guardia la popolazione”.
“La fantasia dei criminali non ha limite – aggiunge Paci – ed è molto importante prestare la massima attenzione. I malviventi arrivano a tutto, persino a travestirsi da carabinieri o poliziotti. Per questo la prima regola è quella di non aprire mai la porta a sconosciuti. Per evitare di cadere vittime di truffe sono necessari minimi accorgimenti dettati per lo più dal buonsenso. E’ sufficiente, per esempio, controllare se il sedicente carabiniere ha posteggiato sotto la casa della vittima un’auto dell’Arma per capire se si tratti davvero di un militare. Oppure basta una telefonata al 112 o al 113 per verificare l’identità dello sconosciuto. Voglio lanciare un messaggio: è meglio una telefonata in più che una in meno”.
Ma scendiamo ancor più nel dettaglio e analizziamo quale tipo di crimine è più diffuso nella nostra provincia.
“Il reato che da sempre non si riesce ad eliminare definitivamente sono i furti, specie quelli in abitazione – spiega il poliziotto -. I dati fanno ben sperare, nel senso che questo crimine è diminuito, ma si tratta comunque di quello ancora più diffuso e difficile da combattere”.
“Solamente grazie all’aiuto e alla collaborazione della cittadinanza – aggiunge il carabiniere – è possibile far calare i reati predatori nelle abitazioni. Purtroppo è difficile debellare questo crimine ma la sicurezza partecipata offre alle forze dell’ordine un grosso aiuto”.
A proposito di sicurezza partecipata qualche mese fa le forze di polizia coordinate dal prefetto Pier Luigi Faloni hanno ideato un progetto informativo contro i reati maggiormente diffusi, dallo slogan “Aiutaci ad Aiutare”. Una serie di consigli utili e di numeri da chiamare in caso di emergenza. Ne parliamo con Faita e Paci.
“Come abbiamo già detto molte volte – spiega il dirigente dell’ufficio Upgsp – i suggerimenti per evitare di incappare nel crimine sono spesso dettati dal buon senso. E’ molto importante però ricordare che esiste un numero unico per le emergenze, il 112, a cui fanno o faranno capo presto tutte le forze di polizia. Una telefonata al 112 rappresenta l’elemento determinante per un rapporto migliore con i cittadini e per avere un controllo più dettagliato sul territorio”.
“Il progetto siglato dalla prefettura – continua Paci – è quello di fornire semplici ed essenziali regole di comportamento. I consigli però si possono riassumere in un unico concetto: non aprire mai la porta di casa a sconosciuti. E’ sempre utile chiedere un tesserino di riconoscimento a chiunque si presenti alla propria porta ed è bene ricordare che nessun ente invia a domicilio i propri dipendenti per riscuotere, rimborsare o controllare il denaro”.
Concludendo, come ne esce l’Astigiano in relazione alla sicurezza?
“Credo che il  nostro sia ancora un territorio sano – chiosa Faita -. Non ci sono organizzazione criminali di uno spessore importante e preoccupante. Asti è tranquilla anche se i cittadini hanno una percezione bassa della sicurezza. Devo però dire che anche gli organi di stampa devono offrire un aiuto alle forze dell’ordine. Il diritto di cronaca è sacrosanto, ma non è necessario enfatizzare gli eventi. Voglio ricordare che noi ci siamo sempre anche con pochi mezzi e risorse. Ci siamo perché sentiamo il nostro lavoro sopra ogni cosa”.
“La sinergia fra organi di stampo e forze dell’ordine – conclude Paci – è importante, sono d’accordo con il mio collega. Ed approfitto di questo spazio per lanciare un ultimo appello: non abbiate remora a chiamare i carabinieri o la polizia. Non ci disturbate mai, anzi ci fate solo un utile piacere”.

Le foto dell’evento sono disponibili su http://www.flickr.com/photos/gazzettadasti/sets/72157629935483657/

I video dell’appuntamento sono disponibili su http://www.youtube.com/user/YouGazzetta/videos