Manifestazione Cosap9“Non è mai bello crogiolarsi sugli allori, ma questa volta non possiamo esimerci dal dire che per Coldiretti è un risultato importante, raggiunto contro una malsana burocrazia che a volte vuole prendersi tutto e se ne infischia di chi lavora veramente”. Questo il commento del presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale, con l’entrata in vigore il 1° gennaio scorso della nuova regolamentazione del Canone Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche (Cosap). Il provvedimento segue l’attesa decisione del Consiglio Provinciale, che nella sua ultima seduta del 16 dicembre, ha approvato le modifiche del regolamento e deliberato la riapertura dei termini fino al 31 marzo 2015 per il versamento del canone 2014, dando quindi agli utenti la possibilità di pagare senza incorrere in sanzioni. A decorrere dal 1° gennaio 2015 sono esentati dal pagamento del canone gli accessi ai terreni agricoli. Rimangono assoggettate le abitazioni dei coltivatori diretti, che però godono dell’agevolazione per la destinazione agricola (50% in meno della tariffa al metro quadro). Secondo le modifiche approvate dal Consiglio, diventa inoltre possibile regolarizzare il proprio accesso o accessi esistenti, posto che si provveda al pagamento dei canoni arretrati, tramite la compilazione di un apposito modulo, che è stato ulteriormente semplificato. L’applicazione al settore agricolo della Cosap da parte della Provincia di Asti, tenacemente voluta dai burocrati provinciali e avallata dall’ex Commissario dell’ente, si è dunque rivelata un fallimento. Era il 15 ottobre 2013, quando almeno 80 Sindaci dell’Astigiano si riunirono presso la sede di Coldiretti esprimendo il loro totale dissenso alla nuova tassa. Nell’occasione i primi cittadini decisero anche di approvare in ogni Comune una delibera chiedendo al Commissario straordinario dell’amministrazione provinciale la rivisitazione dell’impianto di istituzione della tassa. Nonostante tutte queste rimostranze e la palese inapplicabilità della tassa, i vertici della Provincia rimasero sordi ed inermi ad ogni altra sollecitazione. Ora la nuova amministrazione ha saputo riportare giustizia. “Dobbiamo ringraziare il presidente Fabrizio Brignolo – rivela Cabiale – per la sensibilità dimostrata e tutta la sua giunta per aver cercato fin da subito una soluzione che potesse riparare a quanto accaduto nella fase commissariale della Provincia”. “L’unico vero rammarico – sottolinea Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti – è l’aver verificato come l’apparato burocratico abbia in tutti i modi “giocato” sulle spalle degli agricoltori e, nonostante tutte le buone volontà, causa l’aver messo  a suo tempo addirittura a bilancio un introito sproporzionato a qualsiasi più rosea previsione, non si sia riusciti in alcun modo ad evitare il pagamento del canone 2014. A nostro avviso, come per altro avevamo più volte rimarcato l’anno passato, questo è stato un atto di estrema arroganza, dettato unicamente dalla volontà di mantenere alcuni privilegi. A volte si pensa che la casta della burocrazia possa essere una prerogativa a noi lontana, in realtà la vicenda della Cosap è la dimostrazione che tutta la pubblica amministrazione ne è ormai impregnata”. Ad ogni buon conto, anche grazie all’assessore al Bilancio della Provincia, Luca Quaglia, ora è stato setacciato dal primo all’ultimo cavillo burocratico messo in atto dalla diabolica macchina burocratica provinciale per porre rimedio alla situazione, come precisa la consigliera provinciale Angela Quaglia: “Abbiamo valutato l’opportunità di instaurare con i Comuni e le Associazioni di categoria un confronto per ricercare strategie comuni di semplificazione della dichiarazione degli accessi carrai non ancora regolarizzati e, di conseguenza, per sensibilizzare i cittadini sulla necessità di pagare il canone. Riteniamo fondamentale la collaborazione con i Comuni, per ridurre la percentuale dell’attuale evasione”. “Non dimentichiamo – dichiara il presidente della Provincia di Asti, Fabrizio Brignolo – la vocazione agricola del nostro territorio: per questo dedichiamo una grande attenzione agli operatori di questo importante settore produttivo, già interessato dalle recenti modifiche normative in tema di imposizione fiscale. D’altro canto, per poter far fronte alle ingenti spese di manutenzione della rete stradale da un lato e alla mancanza ormai strutturale di trasferimenti di risorse da parte dello Stato e della Regione, dall’altro lato, ci troviamo nella necessità di chiedere ai cittadini l’assolvimento del canone dovuto e previsto dalla legge”.