Gli organi di un uomo deceduto all’ospedale Cardinal Massaia aiuteranno a vivere tre pazienti in attesa di trapianto.
Al donatore astigiano di mezz’età, colpito da emorragia cerebrale, sono stati prelevati cuore e reni, impiantati su due ricoverati alle Molinette di Torino e su un terzo utente del Policlinico S. Orsola – Malpighi di Bologna; le cornee sono attualmente a disposizione della Banca delle Cornee, con sede al San Giovanni Battista di Torino, in attesa di un ricevente.
Quello avvenuto di recente è il primo caso di prelievo d’organi, quest’anno, al “Massaia”: nel 2009 erano stati quattro; altrettante le negazioni da parte dei famigliari di pazienti dei quali i medici di Anestesia e Rianimazione avevano accertato la morte cerebrale e proposto la donazione degli organi.
“In realtà – indica Silvano Cardellino, primario della struttura – il numero di astigiani che donano gli organi è superiore: bisogna infatti considerare che tra loro ci sono i deceduti in altri ospedali piemontesi dotati del reparto di Neurochirurgia, non presente al Massaia. Nel nostro nosocomio il numero di donazioni è costante e soprattutto è cresciuta la consapevolezza, nei famigliari, che quando viene proposta la donazione è ormai certa la morte del congiunto. La comunicazione con i parenti, usando termini appropriati per non indurre dubbi o false speranze, rappresenta un momento delicato e al contempo fondamentale”.
L’accertamento della morte encefalica, nei casi segnalati dagli specialisti della Rianimazione, viene svolto da un’apposita commissione, insediata dalla Direzione Sanitaria e composta da un anestesista rianimatore, un neurologo esperto in elettroencefalografia e un medico legale. Il team verifica, in particolare, che le condizioni che hanno indotto la diagnosi permangano durante l’intero periodo di osservazione (sei ore per l’adulto).
La volontà dei familiari di donare gli organi del congiunto viene comunicata al Centro regionale trapianti, che si attiva per la ricerca di uno o più soggetti riceventi. Il prelievo, per la maggior parte degli organi, è generalmente affidato all’équipe specialistica del nosocomio che eseguirà il trapianto (in Piemonte le Molinette di Torino e l’ospedale Maggiore della Carità di Novara), mentre per i reni intervengono direttamente gli urologi del “Massaia”, abilitato a questa operazione. “Ognuno di noi – precisa Cardellino – ha molte più probabilità di essere un ricevente che un donatore, in quanto un singolo donatore può aiutare anche quattro, cinque pazienti in attesa di trapianto. Di qui l’importanza di sensibilizzare le persone alla cultura della donazione, azione che a livello astigiano portiamo avanti con il Coordinamento locale per le attività di prelievo di organi e di tessuto e con l’Aido”.
In servizio alla Rianimazione del “Massaia”, il dottor Giuseppe Sciuto è il responsabile del Coordinamento: “Le donazioni registrate nel nostro ospedale – spiega lo specialista – riguardano soprattutto fegato, reni e cuore. E’ importante ricordare che la nostra regione, dopo la Toscana, è quella con il maggior numero di donatori: il 28,7% in Piemonte contro una media nazionale del 20,2%”.