cosapDomani, martedì 25 febbraio, il mondo dell’agricoltura astigiana scenderà in piazza per protestare contro la Cosap, l’ormai famosa tassa dei passi carrabili. A promuovere la manifestazione è Agrinsieme che chiama  a raccolta tutti i trattori in piazza Alfieri, dalle 9 alle 12, proprio davanti al palazzo della Provincia. “Fallito anche l’ultimo tentativo di mediazione, avvenuto nei giorni scorsi con l’avallo  del Comune di Asti, Agrinsieme (l’organismo che raggruppa Cia, Confagricoltura e  Alleanza Cooperative), ha deciso di scendere in piazza con trattori ed agricoltori per  protestare contro la tassazione dei cosiddetti passi carrai, per gli agricoltori accessi ai fondi rustici – spiegano – .  Domani davanti al Palazzo della Provincia convergeranno per una manifestazione, chiaramente pacifica, anche molti sindaci della provincia compreso quello di Asti, per segnalare il proprio dissenso nei confronti di quella che burocraticamente è nota come Cosap. I rappresentanti degli agricoltori incontreranno  durante la mattinata i sindaci e lo stesso Commissario Ardia”. “In questi mesi – affermano i presidenti astigiani di Cia e Confagricoltura, Alessandro Durando e Massimo Forno – abbiamo avuto vari incontri con il commissario provinciale a cui abbiamo spiegato le ragioni degli agricoltori, per i quali gli accessi ai fondi agricoli coincidono con l’uso di uno strumento di lavoro di cui non possono ovviamente fare a meno. Abbiamo proposto modifiche e aggiustamenti, sottolineando gli intoppi che quella disposizione così vessatoria creerebbe, non solo in termini   finanziari e di burocrazia agli agricoltori, ma anche per l’impiego di risorse umane e   strutture dei Comuni coinvolti loro malgrado nell’applicazione di una tassa che non   tiene conto delle peculiarità del settore sul quale intende pesare. Tutto è stato inutile. Siamo sempre stati disponibili a pagare la Cosap per i passi carrai riferiti a centri produttivi e case di abitazione, ma non per gli accessi ai fondi agricoli. Non sarà una protesta “contro”, ma a favore di cittadini che non vogliono essere trattati da una   istituzione pubblica come un bancomat a cui accedere quando mancano risorse e non   si vuole procedere a tagli ed economie interne”.