Trasferta astigiana a Trieste in occasione dei 35 anni di esposizione del celacanto. Il rarissimo esemplare di pesce delle isole Comore vive nelle profondità abissali, fino a 700 metri nel grembo del mare: non avendo subìto pressioni evolutive, è rimasto uguale dal tempo dei dinosauri. “Il celacanto del Museo di Storia Naturale di Trieste – spiega Gianfranco Miroglio, presidente del Parco paleontologico astigiano – è l’unico esemplare attualmente esposto in Italia. Tra gli altri rari esempi ci sono quelli conservati al Museo regionale di Scienze Naturali di Torino: anche per volontà del suo donatore Erik Domini, vorremmo poterli collocare al Museo dei Fossili e renderli finalmente visibili”. E’ stato infatti il dottor Domini, originario di Trieste e in passato primario alla Maternità astigiana, a donare gli esemplari ai musei dei capoluoghi friulano e piemontese: gli erano stati regalati dai pescatori del villaggio di Mitzaniuli per ringraziarlo del lavoro svolto a capo dell’Ostetricia dell’ospedale El Maarouf (Grande Comore, nell’Oceano Indiano tra il Madagascar e il Mozambico). Ecco perché alla cerimonia di Trieste sono stati invitati Miroglio e Domini. Creduto estinto fino al 1938, il celacanto, a differenza di quanto si possa pensare, non è esposto come fossile ma ottimamente conservato, in una grande vasca, nella formaldeide. “E’ stato sottolineato a Trieste – indica Miroglio – come il celacanto valga da solo, per la sua rarità, il biglietto di ingresso in quel museo, dove abbiamo potuto toccare con mano l’interesse dei visitatori: è veramente uno dei pezzi forti delle collezioni. Vorremmo poterlo avere ad Asti: auspico un esito positivo dei contatti da tempo in corso con il Museo di Scienze Naturali e la Regione”. Significativa l’attenzione che Trieste ha voluto riservare ad Asti prevedendo, nel programma per i 35 anni dell’esposizione del dinosauro dei mari, un intervento di Miroglio sulle principali scoperte paleontologiche del nostro territorio esposte al Museo dei Fossili. A Domini è stata espressa la gratitudine della città e del museo triestino per la preziosa donazione e per la possibilità di condividere con il pubblico di tutt’Italia la magia del “fossile vivente”. In futuro, se i celacanti dovessero arrivare a Palazzo del Michelerio, ci si immagina un gemellaggio tra Asti e Trieste. Oggi tra le due realtà è già consolidato un rapporto di proficua collaborazione e scambio di informazioni sul rarissimo pesce e la sua affascinante storia.