Ci sono storie che meritano di essere raccontate e notizie che meritano di essere lette. In un momento in cui la parola immigrazione fa paura a molti, fa bene venire a conoscenza di bei gesti da parte di richiedenti asilo che sono arrivati nel nostro territorio e stanno faticosamente cercando un’integrazione in una società sempre più chiusa. Ousman, 23 anni, originario del Gambia, è uno di loro. Lui lo status di rifugiato lo ha già ottenuto ma ogni giorno si impegna per essere parte attiva della nostra città. Una lezione di grande civiltà l’ha fornita lunedì scorso quando ha trovato per strada un portafoglio e non ci ha pensato su nemmeno un attimo, ha contattato il proprietario e glielo ha restituito. Un’azione di normale educazione civica, certo, che però fa effetto se si pensa al contenuto del borsello: 1.195 euro in contanti, senza tener conto di carte di credito e bancomat. A smarrire il “malloppo” un distratto astigiano sulla cinquantina. Ousman ha trovato il borsello in una strada vicino alla stazione e lo ha raccolto, sottraendolo così alle grinfie di potenziali altri malintenzionati. Arrivato a casa (vive in un appartamento di San Domenico Savio assieme ad altri migranti, ndr) lo ha aperto e ha visto il denaro. “Ho subito cercato la carta d’identità per poter contattare il proprietario – ci racconta il giovane -. Per fortuna dentro il borsellino ho trovato il numero di telefono del signore e l’ho chiamato”. Ma per non correre rischi e per essere sicuro che l’interlocutore fosse davvero il proprietario del borsello, Ousman ha preso appuntamento per la restituzione alla caserma dei carabinieri. “Quando il signore mi ha visto è rimasto sorpreso e quasi impaurito”, continua il giovane . Ma è rimasto ancor più sbigottito quando ha capito che nel portafogli aveva quasi 1.200 euro. Credeva infatti di averne solo 300 e non sapeva che la moglie glieli avesse messi dentro per pagare un conto. Nonostante la cifra, Ousman non ha avuto alcun dubbio: “Quei soldi non erano miei – ha spiegato -. Mia mamma mi ha sempre insegnato a restituire tutto quello che trovavo”. Ma c’è una motivazione più personale che ha spinto il ragazzo a compiere il nobile gesto. “Non volevo che chi aveva perso il portafogli si sentisse triste. Non bisogna mettere il prossimo in difficoltà e quindi il mio istinto mi ha spinto subito a restituire tutto”, ci ha raccontato. In cambio, una piccola ricompensa che il ragazzo non voleva neppure accettare. Ma il guadagno è stato più del distratto astigiano che non solo ha ritrovato il suo borsello, ma ha anche incontrato un ragazzo che ha agito col cuore. In barba a tutti i pregiudizi. La stessa storia di Ousman  dimostra che per abbattere le barriere culturali e sociali ci vuole impegno. Domani affronterà l’esame di terza media al Cpia e a settembre proverà a iscriversi all’università, facoltà Lingue. Intanto lavora come mediatore per la Caritas. “L’Italia è il Paese che mi ha accolto e io voglio lavorare qui e costruirmi una vita qui”, ha concluso.