“Caro nonno, non ti ho mai conosciuto. Non ti ho mai veramente conosciuto prima di oggi. Ora so chi sei stato, l’ho letto nei loro occhi, che erano i tuoi”. E’ il messaggio di Lorenzo che frequenta la II B del liceo Classico e che meglio riassume il significato delle celebrazioni del “Giorno della Memoria” che sono andate in scena questa mattina, giovedì 24 gennaio,  in un Teatro Alfieri gremito in ogni ordine e fila di studenti. Il prefetto Pierluigi Faloni, il sindaco Fabrizio Brignolo e il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Alessandro Militerno, hanno voluto fortemente organizzare la commemorazione “a misura di studente”. Erano infatti circa 400 i ragazzi delle maggiori scuole dell’Astigiano che hanno presenziato alla manifestazione, ascoltando con attenzione le testimonianze di chi ha vissuto gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, di chi è stato deportato nei campi di concentramento e di chi ancora si è schierato con i partigiani. C’è chi ha riso di gusto ascoltando le memorie lucide e ironiche di Domenico Torta che ha consigliato agli studenti di “stare lontano dalla guerra” e chi invece si è commosso di fronte ai racconti di Natale Pia, Ferruccio Gai e Pietro Rosso. Insomma quella di stamattina è stata una mattinata densa di emozioni culminata con la consegna delle medaglie d’onore alle famiglie di Guglielmo Pietro Scaletta, nato a Mombaruzzo il 25 gennaio del 1908, e di Aldo Adorno, nato a Canelli il 26 dicembre 1923, entrambi deportati dai nazisti. Per non dimenticare gli organizzatori hanno deciso di creare un concorso interno alla manifestazione. E’ stato infatti chiesto agli studenti di inviare un Sms sul tema della deportazione e della memoria e i 10 migliori, selezionati da una giuria di giornalisti, sono stati letti dall’attore Andrea Bosca e premiati con una piccola biblioteca per la classe e dei biglietti per il cinema. Questi i messi selezionati. Nel campo, guardando la mia immagine riflessa, ho notato che non c’era…Liceo Classico Vittorio Alfieri Non voglio vincere! Ma sé così fosse il mio premio sarebbe un regalo per un amico! Il mio premio è quello di essere quì! Sentire e capire quanto è brutto l’odio . . E la guerra . . Vedere tutta queste persone mi fà capire che  sempre più persone non vorranno mai più guerre e sempre più persone non dimentichera e faranno ricordare. . . Michele. . . non sono uno studente modello e pochi sono i miei interessi se non stupidaggini ma questo della shoa è un argomento che mi tocca e non riesco a trovare parole per descrivere la vergogna che provo nei confronti della  razza umana cui appartengo per ciò che ha fatto e il dispiacere che provo per tutte quelle povere vittime che come “colpa” avevano quella di avere usi e costumi non “ariani”. Andrea liceo U.Foscolo Avere il coraggio di sopportare lo schiacciante peso della libertà non è cosa che si possa insegnare ma solo vivere ed acquisire, ancor di più quando questa ci viene strappata via. Tramandare questo valore con il proprio cuore è l’unico strumento che abbiamo per entrare in quello degli altri e nella loro memoria. Per non dimenticare. Grazie del pezzo del vostro temo. Gauss quando chiedevo il significato della giornata della memoria, tutti rispondevano con le stesse frasi sintetiche: “per ricordare gli ebrei uccisi nei campi di concentramento”. Non riuscivo a capire, nessuno sapeva davvero dirmi cosa fosse, nonostante le tante spiegazioni, i tanti discorsi, continuavo a non comprendere. Poi ho ascoltato alcune testimonianze, e finalmente ho capito. Il loro coraggio, le torture sopportate, cosa che io non riuscirei neanche ad immaginare. Nella giornata della memoria non vanno solo ricordate  le parti strazianti, ma anche la speranza, che queste persone hanno portato allora, e che nel cuore portano ancora adesso, raccontandolo a noi. Scrivere? Comunicare? Ma come si fa a dire qualcosa? Sono ricordi raccontati mozzafiato, ti levano le parole di bocca. Ti asciugano il palato. Ti smontano tutte le certezze che la nostra vita ci assicura. Non posso far altro che imparare da tutto questo ad apprezzare ogni piccolezza della quotidianita, senza la quale, nonostante ci sembri così ovvio, non potremmo far altro che ridurci ad essere “bruti”! Alessia A., Vercelli Caro nonno, non ti ho mai conosciuto. Non ti ho mai veramente conosciuto prima di oggi, che hai vissuto per un attimo in queste parole. In questi brividi. Ora so chi sei stato, l’ho letto nei loro occhi, che erano i tuoi. -Lorenzo, IIB Liceo classico Chiudo gli occhi e provo ad immaginare. E’ difficile, sembra lontano. Ma è accaduto. Per non sbagliare ancora non si può dimenticare. Giorgia Carano e Angela Baci monti Non so se oggi riuscirei a vivere e a sopravvivere a quello che hanno vissuto loro. Noi siamo uomini fatti a forma di scatola, che contengono sconfitte,trionfi, dolore, speranza e amore. Nessuno è più forte di colui che sa controllare le sue emozioni e il suo passato. Marco V^AM artom