Presentata in Provincia la tesi di laurea in Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale intitolata “Il ruolo dell’ente intermedio nel governo del territorio, prospettive, riflessioni sull’abolizione delle Province” di Marco Graziano, neo laureato in architettura presso il Politecnico di Torino. Nell’ufficio di presidenza del consiglio, Graziano ha presentato e consegnato copia del suo attualissimo lavoro al presidente Marco Galvagno.
Ha dichiarato Galvagno: “Sono felice di aver potuto discutere degli argomenti oggetto della tesi del dottor Graziano, perché mai come oggi la riorganizzazione delle Province è un tema centrale. Ecco perché ho voluto condividere la presentazione con i capigruppo. Colgo l’occasione per fare una riflessione. Asti e la sua provincia al momento non hanno i requisiti minimi previsti dalla legge, ossia una popolazione di almeno 350.000 abitanti e una superficie di 2500 metri quadrati, per poter continuare ad esistere autonomamente. Al di là degli evidenti aspetti negativi e dei tagli imposti, la riforma appena approvata crea le perfette condizioni per attuare un disegno a me molto caro: riunire non solo economicamente e culturalmente ma anche istituzionalmente le terre di Langhe, Roero e Monferrato. Solo così Asti potrà salvare un’autonomia, un’indipendenza e un ruolo”.
“Oltre alla perdita di autonomia, di indipendenza e del ruolo di capoluogo – continua Galvagno – c’è un rischio che stiamo sottovalutando: lo smembramento del nostro territorio che si avrebbe se i più importanti Comuni della provincia decidessero di aggregarsi a Province diverse. Cosa succederebbe se qualche Comune decidesse di andare con Alessandria, altri con Cuneo ed altri ancora con Torino? Ecco perché mi sto attivando affinché il Consiglio provinciale assuma un’iniziativa chiara, forte e condivisa sul tema”.
“Per questo motivo – conclude Galvagno – ho apprezzato la tesi del dottor Graziano, che ha focalizzato l’attenzione, più che sul numero di abitanti e sull’estensione territoriale, sull’omogeneità geografica e morfologica dei territori, evidenziando, per dirla con le sue stesse parole, che “le politiche di area vasta risultano tanto più efficaci, utili e convenienti quanto più il territorio sul quale ricadono è omogeneo”.
“Mi sono appassionato alla tematica della pianificazione d’area vasta – ha spiegato Marco Graziano – perché rappresenta un nodo fondamentale per il governo del territorio e un’azione coerente nelle politiche di sviluppo per l’attivazione delle potenzialità locali”.