Un fascicolo che ricostruisce la storia lunga sette anni della struttura sanitaria in valle Belbo sta per essere consegnato alla Corte dei Conti. Lo faranno nei prossimi giorni il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e l’assessore alla sanità, Antonio Saitta, che vogliono fare chiarezza sulle responsabilità della localizzazione e del dimensionamento dell’opera, ma anche delle scelte che nel recente passato hanno visto “scomparire” dai bilanci regionali i finanziamenti dedicati alla realizzazione, con tutte le difficoltà conseguenti per la ditta Ruscalla vincitrice dell’appalto che ha poi deciso, nel mese di aprile, la rescissione unilaterale del contratto, sulla quale l’Asl di Asti ha valutato di non fare ricorso al Tar accettando, quindi, nei fatti lo stop al cantiere. “Siamo i primi interessati alla verifica puntuale delle responsabilità dal 2008 in poi” dichiarano Chiamparino e Saitta che ribadiscono l’amarezza di essere oggi chiamati in causa per “scelte che oggi non sarebbero nemmeno lontanamente immaginabili. Dopo esserci impegnati a fine 2014 per reperire ulteriori 3 milioni di euro da versare alla ditta, oggi lavoriamo per scongiurare il rischio di lasciare incompiuto un cantiere così costoso per la collettività piemontese – aggiungono –  ma non ci stiamo a registrare impassibili proteste e polemiche di tanti che avrebbero dovuto per tempo vigilare, segnalare, impegnarsi per la realizzazione dell’opera in tempi certi e che oggi gridano allo scandalo Per questo alla Corte dei Conti andiamo noi”. Sulla destinazione futura del presidio sanitario, Chiamparino e Saitta ribadiscono: “non potrà essere un ospedale, l’abbiamo detto fin da subito una volta verificata la reale situazione della rete piemontese e coerentemente non l’abbiamo inserito nella delibera di programmazione: del resto esiste a meno di 30 km di distanza un altro ospedale nuovo e di dimensioni considerevoli che è quello di Asti. Oggi che la Regione è tornata a fare programmazione sanitaria pensando alle esigenze dell’intero Piemonte e senza privilegiare consensi localistici, siamo certi che la struttura avrà una destinazione adatta al territorio; pensiamo ad esempio ad una di quelle che ci piace chiamare case della salute e che trovano definizione nel piano di assistenza territoriale di prossima approvazione. Certo, l’urgenza è quella di reperire risorse certe per completare la struttura in tempi ragionevoli con una nuova gara d’appalto”. Ma per la Giunta Chiamparino la prima urgenza resta quella della chiarezza. Gli uffici della sanità sono al lavoro per raccogliere l’ingente mole di documentazione: intanto l’assessore Saitta venerdì 29 maggio incontrerà a Torino il sindaco di Nizza Monferrato, al quale ribadirà che la scelta della ditta Ruscalla di rescindere il contratto e dell’Asl di Asti di prenderne atto senza ricorrere al Tar, potrebbe perfino aiutare, dopo il primo stop, a far ripartire il progetto con limiti e contorni questa volta disegnati senza manie di grandezza.