Sono 138, dall’inizio dell’anno, gli accessi al Pronto Soccorso del Massaia per violenza domestica o sessuale: l’ultimo episodio è avvenuto ieri mattina. Nella maggior parte dei casi le vittime sono le donne (127, età media 38 anni), ma non mancano gli uomini (11).
E se, nel totale, i soggetti coinvolti sono per gran parte di nazionalità italiana (82 contro 56 stranieri), dei sei stupri registrati sono state bersaglio le donne immigrate: 3 rumene e altrettante nigeriane. Tra le straniere, quelle che finiscono più spesso in ospedale sono le rumene (19 casi), seguite da nigeriane, (8) albanesi (7), moldave (4) e peruviane (4). Altre nazionalità interessate: ivoriane, marocchine, estoni, ecuadoriane, brasiliane, ungheresi, tunisine, macedoni. Pochi i casi di bambini e anziani maltrattati.
I dati (in aumento rispetto al 2009) indicano che le percosse, che hanno costretto le vittime a ricorrere al Pronto Soccorso, si consumano generalmente in ambito familiare, per mano del marito o convivente, ma anche per colpa di fidanzati, genitori, parenti e vicini di casa. In tre casi le donne, per sottrarsi ai maltrattamenti, sono state accolte in case segrete: una ha portato con sé la figlia di pochi mesi; altre volte è stato necessario ricorrere all’intervento delle assistenti sociali.
Non mancano vicende in cui i maltrattamenti e la paura determinano altri drammi: due i tentativi di suicidio messi in atto per reiterate violenze fisiche e sessuali da parte dei mariti. Talvolta i maltrattamenti, indotti o aggravati dall’abuso di alcol, si consumano in fase di separazione della coppia o, quando la donna si prostituisce, vengono inflitte dai clienti.
Nel racconto degli uomini ricorsi alle cure dei medici, le aggressioni sono mosse dalla moglie, dall’ex coniuge o dalla madre, mentre non mancano casi di colluttazione con il padre.
Per prassi, dopo la dimissione della vittima dal Pronto Soccorso, viene inviata un referto all’autorità giudiziaria; la decisione se denunciare il soggetto che ha inflitto la violenza spetta unicamente alla vittima. Nel caso delle donne, la casistica di chi ricorre alle cure dei medici è varia: ci sono soggetti maltrattati che si presentano per la prima volta e altri che tornano, spesso con segni sempre più gravi ed evidenti (dalle ecchimosi sul volto e sul corpo si passa, per esempio, ai denti rotti e alle fratture costali) e con una pressione psicologica molto forte (denunciare o meno il proprio compagno? E, in questo caso, come ottenere protezione per sé e per i figli?).
Per supportare chi è oggetto di violenza domestica o sessuale, l’Asl AT sta preparando un opuscolo con i numeri telefonici di primo intervento e le indicazioni sui servizi del territorio a cui rivolgersi per chiedere aiuto.
Questa iniziativa – spiega Mauro Favro, direttore sanitario dell’Azienda – si affianca ad altri strumenti che abbiamo adottato per essere concretamente vicini a chi è vittima di maltrattamenti o di stupro. I medici del Pronto Soccorso operano sulla base di protocolli operativi per la gestione dei casi, mentre sotto il coordinamento della Direzione Sanitaria è attivo un Gruppo specialistico costituito da varie figure professionali interne al Massaia (ginecologa, assistente sociale, infermiera, ecc.). In prospettiva le donne che necessitano di protezione avranno a disposizione un posto letto segreto, mentre le vittime di violenza o maltrattamento saranno identificate, all’ingresso in Pronto Soccorso, con un codice colore particolare, che farà attivare immediatamente anche l’assistente sociale. Inoltre la nostra Azienda ha aderito al ‘Protocollo d’intesa per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne’ che coinvolge istituzioni, forze dell’ordine, consorzi socio-assistenziali, associazioni di volontariato e altri soggetti attivi sul territorio”.