BibliotecaSi stratificano le amministrazioni comunali e, nei locali ipogei di palazzo del Collegio,  le epoche della storia della città: entrando nell’ampia sala delle colonne, dal cortile del liceo Classico, l’odore di vernice accoglie il gruppo di amministratori e giornalisti intervenuti per un sopralluogo dello stato dei lavori della futura sede della Biblioteca Astense. In questa stanza, in cui adesso si sta mettendo a punto la messa a norma della struttura muraria, ci sarà il cuore vero e proprio della Biblioteca, il punto in cui si conserveranno i libri e verranno prestati. “Da giugno o luglio – assicura il consigliere Alberto Bianchino – questa sede sarà completata e aperta al pubblico”. Sembra difficile da immaginare. Un po’ per le promesse non mantenute negli anni passati, un po’ vedendo i segnali sulle pareti lasciati dagli operai: RR “raschia raschia”, M “muro da intonacare”.  E se si pensa che almeno il bel pavimento a lastroni quadrati, bianchi e lucidi, sia a posto, ecco, no; i vigili del fuoco dicono che l’attuale pavimentazione non è a norma: bisognerà grattarla e verniciarla tutta, o coprirla con delle stuoie, se non addirittura sostituirla. Nel chiostro prenderanno posto i tavoli per la consultazione. Qualcuno, nella bella stagione, sarà disposto anche nel cortile interno. L’ala che si affaccia su via Carducci ospiterà la biblioteca ragazzi, completamente autonoma anche per quanto concerne i servizi e gli uffici. Nell’ala di via Goltieri invece ci saranno gli uffici della direzione e della segreteria. “Qui una volta c’erano delle docce – ricorda Bianchino – allestite con i camerini di Asti Teatro. Poi è stata la sede dell’assessorato alle Politiche Giovanili, una decina di anni fa”. Ma la vera sorpresa arriva nel sotterraneo, dove adesso si accede attraverso una scala in travi e mattoni. Gli ampi spazi ben ventilati, divisi in due settori, saranno il deposito della Biblioteca, una volta che il piano di calpestio verrà pavimentato, con dei compattatori di libri. In uno dei due stanzoni si trova una fossa per lavorare la calce, databile attorno all’epoca augustea,  e i resti di un impianto termale, un prezioso indizio che aumenta le conoscenze su questa zona di Asti. “Siamo di fianco al foro, a un livello più basso del calpestio di età romana – ha spiegato l’architetto Scaramuzzino -. Un indizio prezioso, che ci dimostra che il foro della città romana fosse articolato su diverse terrazze tra corso Alfieri e la zona di Sant’Anastasio e questa parte più alta, dove c’era il Capitolium”. Si discute se mantenere questi resti visitabili o interrarli: “A mio avviso – commenta Scaramuzzino – è molto più importante concentrare che moltiplicare i punti di assorbimento della spesa in pochi punti strategici della città, valorizzando sedi come Sant’Anastasio o via dei Varroni”. Riemergendo, nel locale a fianco all’Auditorium verranno allestiti nuovi servizi igienici. I tubi del riscaldamento a pavimento preoccupano Bianchino: “Sono sistemati a una profondità eccessiva, spero che bastino a scaldare. Lo vedremo quando sarà il momento”.   MN