L’assemblea dei soci di Enaip Piemonte ha approvato all’unanimità, nei giorni scorsi, il bilancio d’esercizio 2012. Il rendiconto consuntivo del principale ente di formazione regionale chiude con un utile ante imposte di 94.919 euro e un utile di esercizio finale di 5.681 euro sostanzialmente, in linea con il risultato dello scorso anno, che fece registrare un utile di poco superiore ai 4mila euro. Tutte le voci principali del bilancio fanno registrare una sostanziale stabilità rispetto al 2011, a partire dal dato-macro più importante, vale a dire il valore della produzione, che si attesta a 26.071.561 euro contro i 27.163.165: “Già questa – ha sottolineato nel corso della sua relazione il presidente di EnAIP, Luca Sogno – è un’indicazione importante circa la tenuta della nostra attività, se si considerano i progressivi tagli ai finanziamenti, soprattutto sul fronte della direttiva Mercato del lavoro. Questo dato, unitamente a un contenimento dei costi della produzione (da 26.528.846 a 25.392.616) ci consente di migliorare il saldo tra valore e costi della produzione portandolo da 634.319 a 678.945 euro”. Stabile anche la situazione patrimoniale dove, tra Fondo di dotazione istituzionale e Fondo rischi sono stati accantonati quasi 500mila euro: un livello assolutamente rassicurante e congruo rispetto a ogni possibile evoluzione futura. “Con questo bilancio – ha proseguito Sogno – portiamo a compimento un processo di risanamento e stabilizzazione dei nostri conti iniziato nel 2006 e che, ininterrottamente dal 2009, ci consente di chiudere costantemente in attivo i nostri esercizi finanziari”. Sul fronte delle criticità Sogno ha sottolineato come resti «problematico il fattore legato ai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione. Oltre al riflesso sui dati contabili (500mila euro di interessi passivi nel bilancio 2012) si crea una situazione di constante incertezza. L’auspicio è che gli annunciati provvedimenti di sblocco dei crediti vantati dalle aziende verso le pubbliche amministrazioni si traduca presto in atti concreti e che questo contribuisca a stabilizzare la situazione anche attraverso una ridefinizione dei ruoli istituzionali, soprattutto quello delle Province».