Scuole che si trasformano in veri e propri sportelli o agenzie per il lavoro. Uno scenario, questo,  che l’accordo di rete siglato questa mattina, nell’ambito di IO Lavoro, fra alcune scuole tecniche superiori del Piemonte, sembra aprire ed incentivare. L’accordo prevede infatti la condivisione di esperienze e modelli di gestione dell’avviamento al lavoro. A siglarlo 7 delle 9 scuole piemontesi accreditate per i servizi al lavoro che hanno attivato al loro interno uno sportello per il lavoro. La volontà di mettere in rete le scuole, nasce non solo dall’esigenza di condividere prassi e attività comuni in grado di agevolare, attraverso tirocini e inserimenti lavorativi, il passaggio dei giovani diplomandi e diplomati dal sistema dell’istruzione e della formazione al sistema del lavoro, promuovendone l’occupabilità, ma anche dall’ambizione di voler trasformare queste stesse scuole in veri e propri Poli territoriali dedicati ai servizi per il lavoro. La Rete è aperta a tutte le Scuole che intendano aderirvi  e si potrà fare richiesta di adesione tramite il proprio dirigente scolastico alla scuola capofila. Queste le sette scuole accreditate per i servizi al lavoro: IIS A. Castigliano di Asti (AT); IIS G. Natta di Rivoli (TO), capofila del progetto; IIS G. Baruffi di Ceva (CN); ITIS Omar di Novara (NO); IIS R. Vaglio di Biella (BI) IPSSAR E. Zegna di Trivero (BI); IIS R. Zerboni di Torino (TO). In media, circa il 60 % dei diplomati provenienti da questi istituti è riuscito ad essere collocato in aziende grazie al servizio di inserimento al lavoro offerto dalla propria scuola. “Un accordo che si traduce in una misura concreta  – commenta l’assessore all’Istruzione e formazione professionale Gianna Pentenero – per favorire l’occupazione giovanile e far calare il tasso di disoccupazione dei ragazzi tra i 15 e i 20 anni. Le Scuole sono i luoghi ideali per mettere in relazione i giovani studenti con il mondo del lavoro e il fatto di aprire degli sportelli per il lavoro all’interno degli edifici scolastici significa anzitutto sfruttare la capillarità della rete scolastica e raggiungere un altissimo numero di ragazzi. Il vantaggio sta inoltre nel fatto che gli studenti verrebbero indirizzati all’ambiente lavorativo durante, e non dopo il loro percorso di studi, ottimizzando i tempi di inserimento ed evitando periodi di inattività”.