Un patto di amicizia. Lo ha proposto il Sindaco di Betlemme rispondendo alla lettera del Sindaco Fabrizio Brignolo, scaturita da un ordine del giorno del Consiglio comunale che invitava a stabilire questo contatto. Come è stato presentato alla stampa, sarà un patto d’amicizia “per fare la nostra parte” con una zona del mondo simbolo, evitando la retorica, di tante questioni irrisolte. Asti è gemellata con la città israeliana di Ma’alot-Tarshiha e questo nuovo canale di amicizia è di stimolo a considerare le storie e i volti dei popoli, oltre l’appartenenza  a una bandiera. “Mi piace sottolineare”, ha infatti spiegato il Sindaco,  “questo doppio livello di lavoro della Città che svolge i suoi compiti e doveri istituzionali ma cerca di svolgere anche un ruolo propositvo nell’ambito della convivenza e cooperazione internazionale. I riferimenti sono alla funzione di cura ed elaborazione delegata al Consigliere comunale Paolo Crivelli, e al lavoro  di tavolo della pace in capo alle politiche sociali nonchè ai numerosi progetti  sviluppati con e dalle scuole in collaborazione con il Servizio Istruzione”. In quei territori lavora da tempo la Organizzazione non governativa astigiana Disarmo e Sviluppo (DiSvi), nata 40 anni fa, ha sintetizzato felicemente Anna Ferrero “con l’idea di andare a lavorare in giro per il mondo, e da oltre trenta nel sud della Palestina, dove collaborazioni forti con le comunità e le istituzioni locali hanno permesso di armonizzare i bisogni delle popolazioni e le opportunità del sistema governativo palestinese ”. Lì opera, nel campo della salute, la cooperante astigiana  Stefania Caratti, che ha tessuto relazioni e  contatti con altre Organizzazioni e la Municipalità di Betlemme, luogo simbolo universale di pace e fratellanza, ora messo a dura prova da tragiche afflizioni e divisioni. “E’ sotto gli occhi di tutto il mondo che la situazione si sta radicalizzando. Betlemme è una città che patisce dell’occupazione militare, con spari e rastrellamenti.  Vivo lì e non posso prescindere da questo fatto, negli ultimi due mesi non riuscivo ad andare verso il centro per i lacrimogeni e un bambino è morto. E’ una prigione a cielo aperto dove le proteste non fanno che alimentare  la repressione”. La Palestina è il nodo irrisolto della situazione mediorientale, con 6 milioni di profughi in giro per il mondo, la suddivisione in aree e la requisizione del territorio  per garantire la sicurezza di Israele e  l’ insediamento dei coloni, la costruzione di alte mura e barriere che invece di terminare si intensificano. Quanto di più lontano dall’idea di lavorare ad una pacifica convivenza di “due popoli in due stati”. Secondo Anna e Stefania “E’ difficile essere neutrali nell’approccio emotivo, però  bisogna trovare assolutamente il modo di far parlare insieme le due parti, anche di testa e cuore, altrimenti non se ne viene fuori.  E poi, ovviamente, anche nella società israeliana c’è chi lavora per favorire questo processo e bisogna, come sempre, tenere distinte le responsabilità dei governi”. Intenzione dell’Assessore alle Politiche Sociali Piero Vercelli di affrontare il tema interreligioso coinvolgendo fedi diverse perchè  “di fronte ai climi di non pace anche le Istituzioni possono fare la loro parte. Accogliere può essere premiante e faticoso allo stesso tempo, ma sta nelle nostre tradizioni”. La Giunta municipale nelle settimane scorse ha approvato di aderire al programma nazionale di educazione alla cittadinanza democratica, pace, fraternità e dialogo che propone alla scuole la creazione di laboratori di pace.