Dopo 85 anni l’Asti Calcio chiude la propria esistenza per fallimento. Scompare così la società che, seppur in Promozione, era, per i calciofili astigiani, la più importante e quella che incarnava di più lo spirito astigiano. Immancabilmente ne verranno altre che raggiungeranno anche risultati migliori, ma non potranno cancellare il grande (ci sia permesso questo aggettivo) Asti, quello del presidente Gastino, Nosenzo, della triade Piacenza-Turello-Chiesa a volte ingiustamente criticata. Ma magari avesse quest’ultima tenuto duro. Ora non staremmo qui a cantare il de profundis dei “galletti”. Un fallimento che era nell’aria già da tempo e che è divenuto ufficiale la settimana scorsa. Un debito intorno ai 35.000 euro nei confronti della IP Consulting di Revello, riconducibile al 2014 quando la società biancorossa partecipava al campionato di serie D, la causa del fallimento. L’attuale dirigenza dell’Asti Calcio, che non c’entra assolutamente col fallimento, presenterà ricorso nella speranza di poter iscrivere la squadra al campionato di Promozione. Ma le speranze che la domanda venga accolta sembrano essere veramente poche. Mentre l’Asti è alle prese con carte bollate, curatore fallimentare e tribunale, le altre squadre si muovono sul terreno del mercato estivo. Il San Domenico Rocchetta Tanaro (per ora in Promozione, ma probabilmente promosso a tavolino in Eccellenza) tirerà le fila delle molteplici trattative sul finire della prossima settimana, mentre il Canelli s’è assicurato Kaplani dal Cassine e Morando dalla Valenzana. Due pedine che vanno a far da corollario al vero colpo dei biancazzurri: quello del bomber Marco Perrone. Super attivo anche l’Alfieri Asti (ex Colline Alfieri) che per la prossima stagione d’Eccellenza ha ingaggiato Lewandowski, Todaro e, ultimo in ordine d’arrivo, la mezzala Matthew Foxon. Mauro Scassa