Grande attesa per la performance di Alberto Fortis che si terrà sabato 18 febbraio alle 21 al Foro Boario di Nizza.  Il cantautore, con alle spalle oltre trent’anni di carriera, grandi successi come “Settembre”, “La sedia di lillà”, “Fragole infinite” e un nuovo disco album in arrivo, ripercorrerˆ la sua carriera con un concerto acustico, intitolato come il suo secondo storico disco, “Tra demonio e santità”, ed inserito nel cartellone della rassegna “Visionaria” diretta da Massimo Cotto, Alessio Bertoli e Marcello Bellè.
Che ricordi hai della registrazione di quell’album?
“Era il  1980, avevo la responsabilitˆ di bissare il successo del mio disco d’esordio. Lo registrai negli studi della Universal, con la partecipazione di molti musicisti validi, incluso il programmatore Gary Mielke che aveva collaborato al mitico “Breakfast in America” dei Supertramp. Il materiale che andrà a comporre l’album proveniva dai miei primi provini. I miei produttori mi sconsigliarono di utilizzarli per il mio esordio, in quanto troppo “coraggiosi” per un debutto, e quindi fui felice di dar loro spazio nella mia seconda prova. Fu un disco che sollevò qualche controversia, ma sia i fans che gli addetti ai lavori lo considerano ancora oggi un punto fondamentale della mia produzione”.
Come vedi il mondo della discografia oggi?
“E’ letteralmente un altro pianeta, innanzitutto a causa delle radio, che, da cassa di risonanza delle canzoni sono, diventate padrone. Anche internet non ha aiutato in questo senso, facendo diventare la musica semplice merce da saccheggiare. L’unica speranza è nel ritorno di discografici veri, disposti ad investire e credere nei progetti. Caterina Caselli, ad esempio, è stata l’unica negli ultimi quindici anni a scoprire e coltivare nuovi e duraturi talenti”.
Cosa consiglieresti a un giovane che volesse iniziare a fare questo mestiere?
“Innanzitutto lo inviterei a capire se vuole veramente farlo come lavoro, non come semplice hobby. Oggi purtroppo in molti si improvvisano artisti, e i talent show, con la logica del “tutto e subito”, non hanno aiutato. L’importante, se si crede veramente in quel che si fa, è non scoraggiarsi. All’inizio anche io presi molte porte in faccia, e ci vollero due anni e mezzo prima che qualcuno credesse in me. E’ importante trovare un manager, qualcuno disposto a seguirti, e utilizzare al meglio internet, che sul piano promozionale può essere un ottimo veicolo”.
Sarà possibile leggere l’intervista integrale sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola domani, venerdì 17 febbraio.
Alexander Macinante