Chiusura a suon di musica ed energia per il 45° Salone Nazionale dei Vini. Domenica, infatti, saliranno sul palco dell’Enofila, teatro della Douja D’Or, gli Sturia Lavandini, nota band cittadina. L’appuntamento è per le 21.30, con ingresso liero. Il gruppo fra i più originali e spumeggianti del panorama locale è composto da Andrea Anania (voce e chitarra), Rudy Calabrese (percussioni), Emanuele Boffa (batteria) ed Edoardo Accornero (sassofono) che propongono versioni “rivedute e corrette” di grandi classici, dal rock and roll allo ska, con ironia e professionalità.
“Siamo nati per caso – spiega Anania – semplicemente per divertirci e per suonare la musica che amiamo e che spesso viene ritenuta poco vendibile; lo facciamo in modo spontaneo e viscerale, tanto che non abbiamo mai fatto una prova, e questo ci ha aiutati a creare un vero e proprio sound”.
Siete attivi da alcuni anni, qual’è il bilancio della vostra attività live?
Abbiamo riscosso larghi consensi, sia da parte degli appassionati che dagli ascoltatori medi; la soddisfazione più grande per noi è riuscire a far ballare il nostro pubblico, che va dai due agli ottant’anni, con la musica che noi stessi ascoltiamo, da Johnny Cash a Bob Marley, da Tom Jobim ai Foo Fighters. Il bilancio è dunque estremamente positivo, perché pensiamo di avere raggiunto un obiettivo che non ci eravamo nemmeno posti, senza seguire la prassi.
Qual’è il vostro giudizio sulla scena musicale astigiana?
E’ difficile parlare di una scena vera e propria, perché nonostante la sorprendente presenza di buoni musicisti e complessi, mancano luoghi dedicati alla musica, sia dal punto di vista attivo (sale prove, luoghi di aggregazione per i giovani) che, soprattutto, alla sua fruizione, fatta eccezione per il Diavolo Rosso; questo non solo crea un impoverimento culturale generale, che danneggia pubblico e artisti, ma non permette nemmeno di capire che cosa sta succedendo in città dal punto di vista artistico, sempre ammesso che qualcosa stia effettivamente succedendo. Credo comunque che sarebbe importante per i musicisti astigiani iniziare da un lato a confrontarsi non con l’ambiente della provincia ma con quello esterno e contemporaneamente dare il proprio contributo affinché si ovvii alla carenza di cultura musicale ad Asti.
Tu stai collaborando come tastierista anche con Marco Notari. Raccontaci la tua esperienza.
Suonare con Marco e i Madam é molto importante per me: innanzitutto perché mi permette di dividere il palco con dei seri professionisti e degli artisti che stimo, con i quali è stato subito facile entrare in sintonia, e che mi permettono di crescere artisticamente cambiando la mia prospettiva sia dal punto di vista dello strumento (le tastiere), che dell’approccio stilistico, molto più preciso e calcolato rispetto ai miei standard. Credo che Marco abbia raggiunto la maturità artistica con un gran disco, molto originale nel panorama italiano, e sono fiero di poterlo accompagnare nel tour di “Io?”. Inoltre Marco mi darà la possibilità di aprire alcuni dei suoi concerti con il mio nuovo progetto “Solo Tundra”, nel quale presento i miei brani che verranno collaudati in primavera con gli Sturia (prima data il 22 Ottobre allo Spazio 211 a Torino); si è quindi instaurato un ottimo rapporto di amicizia, collaborazione e stima reciproca.