Elisa Fracchia, astigiana, era atterrata a Tokyo da poche ore venerdì scorso quando la prima scossa ha colpito la costa orientale del Paese.  Era arrivata all’aeroporto di Narita alle 9 e alle 12, sbrigate le formalità dell’immigrazione e ritirati i bagagli, si era sistemata in albergo e iniziava a prepararsi per andare a incontrare alcuni clienti dell’azienda per cui lavora. Alle 14,46 ora locale, il sisma: violentissimo, devastante, d’intensità 8,9 gradi Richter,  il quinto più violento dal 1900 e 8mila volte più potente di quello che ha distrutto Christchurch in Nuova Zelanda. La scossa – ha fatto sapere l’Agenzia meteorologica giapponese – è stata la più forte mai registrata nel Sol Levante.
Il bilancio di vittime e dispersi è in costante aggiornamento: moltissimi cadaveri sono stati ritrovati sulla spiaggia di Sendai, nell’isola di Honshu (nord-est del Giappone), colpita dallo tsunami seguito al terremoto.
Come racconterebbe questa esperienza?
“E’ stata un’esperienza unica e intensa. Le scosse di terremoto sono state forti, ma sconvolgente è stata la compostezza dei giapponesi che erano con me. Strepitoso è stato invece vedere grattacieli ondeggiare come gelatine durante le scosse e poi ritornare immobili al loro posto, senza segni evidenti di quanto accaduto pochi minuti prima. Dopo un paio d’ore dalle scosse più forti mi sono resa conto della reale gravità dell’evento, quando ho visto sugli schermi di molti negozi le immagini dello tsunami abbattutosi sulle coste nord orientali”.
Quale è stata la reazione dei giapponesi?
“Si sono comportati con grande compostezza, calma. Nessuna scena di panico ma solo tanta pazienza e comprensione. La polizia era presente ad ogni angolo delle grandi vie di comunicazione e nelle più importanti stazioni ferroviarie per dare informazioni e supporto alle persone, stranieri e connazionali. La comunicazione ufficiale è stata celere ed efficace. L’organizzazione e il coordinamento delle forze dell’ordine sono stati esemplari come sempre. Qualche dubbio invece è stato generato sui contenuti delle informazioni relative alle centrali nucleari: si teme che il governo abbia nascosto fin dall’inizio la gravità della situazione a Fukushima e nelle altre centrali a rischio, Tokai e Onagawa”.
Come è riuscita a tornare?
“L’agenzia di viaggi di Asti che ha curato tutta la mia missione ha trovato nel giro di mezz’ora un volo Alitalia in partenza domenica 13 marzo alle 14,15: sono stati molto in gamba. Però in Giappone sono rimasti amici italiani e giapponesi e clienti che conosco da tanti anni: provo paura e preoccupazione per le persone che ho lasciato a Tokyo. Tanta tristezza e costernazione per le migliaia di morti causate dallo tsunami”.

Marianna Natale