“Coccodrilli Day”: così Fabio Geda, autore di “Nel mare ci sono i coccodrilli”, intitolava il post del 20 aprile sul suo blog (www.fabiogeda.it).
Oggi è nelle librerie – scriveva Geda riferendosi al libro pubblicato per Baldini Castoldi Dalai –. Mi viene in mente una frase detta da non so chi sul fatto che a volte la letteratura nobilita la vita. Ecco. Li vivo un po’ in questi termini, io, i Coccodrilli. E mi viene anche da dire che è bello, proprio bello, quando le narrazioni si fanno umili. Quando di fronte a una storia, una storia vera, hanno la serenità e il rispetto di trasformarsi in orecchio, prima, per diventare voce, dopo. Quando hanno la forza di mettersi al servizio di un’esistenza, per chiarificarla, regalarla al mondo, e non solo: alla stessa persona che quella storia l’ha vissuta”.
Enaiatollah Akbari è il protagonista di questo libro, e di un viaggio durato dieci anni che attraverso il Pakistan, l’Iran, la Turchia, la Grecia lo ha condotto in Italia, a Torino
Si ricorda com’è iniziato il racconto di Enaiatollah? Come si è aperto?
Ci siamo incontrati alla presentazione di un mio romanzo, tre anni fa. In quell’occasione lui doveva fare da controcanto, con la sua storia vera, alla storia inventata che io avevo raccontato nel mio libro. Il suo sguardo sulle proprie, drammatiche vicende mi ha subito colpito: era  leggero, ironico, per nulla pietistico. La scintilla che ha fatto nascere il libro è scoccata quella volta“.
Lei si occupa di disagio minorile e animazione culturale, lavora a contatto con molti ragazzi che hanno storie simili a quella di Enaiatollah: come mia hai deciso di raccontare proprio la sua?
Certe alchimie sono misteriose. Cosa posso dire? Ho “sentito” che quella storia era fatta per essere diffusa e narrata, e che il suo modo di presentarla lo era ancora di più“.
Enaiatollah in un’intervista ha detto “Da oggi, io racconterò la mia storia come l’ha raccontata Fabio”: chi dei due si è immedesimato più nell’altro?
Ho lasciato che la sua storia fluisse dentro di me. Più che una immedesimazione si tratta di quella cosa meraviglosamente semplice e complessa che prende il nome di “ascolto“.