Arriverà  al Teatro Alfieri di Asti domani, venerdì 4 febbraio, “Baccini canta Tenco”, il concerto teatrale di Francesco Baccini dedicato a una figura cardine della storia della musica italiana.

Come è nata l’idea di questo spettacolo?
“Tenco fa parte del mio DNA, e la sua musica, insieme a quella di De André, ha accompagnato la mia adolescenza. Lo scorso anno alla fine dei miei concerti, quando avevo suonato tutto il mio repertorio e non sapevo più cosa cantare al pubblico che continuava a chiedere bis, ho iniziato a inserire in scaletta “Vedrai vedrai” di Luigi, ricevendo una reazione straordinaria da parte del pubblico. Quindi ho riflettuto, ho studiato meglio la sua figura e deciso di gettarmi in questa sfida, accompagnato da persone straordinarie come Pepi Morgia e Armando Corsi. Voglio far conoscere questo artista nella sua complessità e bellezza artistica. Fino ad oggi, infatti, è venuto fuori un aspetto molto marginale della sua produzione, ovvero quello intimista. Ma ci sono anche brani ironici e a sfondo sociale, che risalgono ai primi anni Sessanta ma sono attualissimi. Io e i miei musicisti li abbiamo affrontati rispettandone l’essenza, ma dando loro un nuovo vestito musicale, con arrangiamenti più contemporanei. Tenco, morendo così giovane, non riuscì mai a fare veri e propri concerti, però in un’intervista disse che gli sarebbe piaciuto fare un recital, e così abbiamo fatto”.

Quanto si somigliano l’Italia descritta da Tenco e quella dei giorni nostri?
“Le canzoni di Luigi sembrano scritte oggi. Ad esempio la sua “Cara maestra” fu censurata, perché con un linguaggio innocente, quasi da bambino, denunciava il malcostume dei potenti. In Italia purtroppo stiamo assistendo a un crollo culturale e morale spaventoso. Nel 1992 pubblicai un album, “Nomi e cognomi”, dove mettevo alla berlina alcuni personaggi della politica e della cultura. Oggi non sarebbe più possibile far uscire un disco così e, soprattutto, farlo promuovere dalle radio. I media e i grandi network non danno più spazio ai cantautori”.

Ha ricevuto qualche riscontro dalla famiglia di Tenco riguardo allo spettacolo?
“In un primo tempo abbiamo cercato di contattarli ma senza successo. Poi, a sorpresa, sono venuti a vedere la prima a Genova e ne sono rimasti entusiasti. Hanno detto di essersi commossi e che siamo riusciti a far rivivere Luigi. Questo è il complimento più grande”.

Alexander Macinante