Parte dal cuore che non batte della nostra città, Palazzo Alfieri, un progetto di respiro nazionale volto, nelle intenzioni degli organizzatori, “a dare un segnale di speranza nel futuro e favorire il rilancio culturale dei comuni italiani”. Si chiama Genius Urbis e a idearlo è stata  la scrittrice Laura Calosso.
Il progetto si avvale del patrocinio della Regione Piemonte  che inviterà le altre amministrazioni a partecipare alla sfida di un rilancio invitando tutti gli artisti italiani che nelle città di origine vorranno unirsi a inventare iniziative culturali finalizzate a un obiettivo di promozione del proprio territorio. Le comunità locali ne potranno beneficiare, mettendone a frutto i risvolti turistici ed enogastronomici, contribuendo a creare una rete nazionale di eccellenze locali.
Il programma per Asti  è composto da tre eventi: la realizzazione di un cortometraggio, l’esposizione di sculture a forma di bottiglia create ad hoc da artisti astigiani (Bottiglie d’Artista) e la costruzione di un percorso letterario sui muri cittadini (Storie di Muri).
Con Laura Calosso siamo entrati nel dettaglio di questa strategia di rilancio.
La cultura che aiuta la cultura: come è nata l’idea di lavorare per questa finalità?
“Da sempre ho l’idea che la cultura debba aiutare la cultura. E’ fondamentale non farsi guerre ma lavorare tutti insieme a progetti che conservino, comunque, la propria identità e autonomia”.

Chi è coinvolto nel progetto Genius Urbis e quali saranno i principali motori dell’iniziativa?
“Geniur Urbis vuole essere un contenitore di idee in sviluppo. Penso che molti Italiani abbiano ottime idee per il rilancio del Paese. Purtroppo, il clima che la crisi ha creato non favorisce l’ottimismo. Il nostro è un segnale volto a spezzare la cortina di pessimismo e a far rinascere la speranza. Crediamo che studiando, pensando e lavorando a progetti culturali concreti si possa rilanciare anche l’economia. Non abbiamo miniere d’oro da sfruttare, solo talenti del passato e del presente.
Genius Urbis non vuole appropriarsi delle buone idee ma aiutare chi le ha avute a farle circolare. Il cortometraggio è l’evento studiato per avere attenzione mediatica. Gli altri sono progetti che, oltre ad avere valore artistico, sono volti a portare fondi per il raggiungimento degli obiettivi, in questo caso, Palazzo Alfieri”.

Da Astigiana che impressione ha sulla vicenda di Palazzo Alfieri?
“Preferisco non entrare nel merito, perché è una questione troppo complessa e lunga per poterne avere un quadro chiaro. Posso dire questo: Vittorio Alfieri è uno degli autori più rilevanti nei manuali di Storia della Lingua Italiana. Amo la sua opera per la centralità che ha avuto nel Settecento e per i risvolti sul patrimonio letterario nel suo complesso. Palazzo Alfieri chiuso mi fa un brutto effetto, la stessa delusione che proverei se a Firenze non trovassi aperta la casa di Dante o a Recanati quella di Leopardi. Aprire Palazzo Alfieri è un dovere culturale, un asso da giocare sotto il profilo turistico ed economico”.

Il testo integrale dell’intervista è disponibile sull’edizione del 1° giugno 2012 della Gazzetta d’Asti in edicola.

http://www.geniusurbis.com/

http://www.creativeasti.com/

 

Marianna Natale