Oggi, sabato 4 giugno, alle 17, nella Cascina del Racconto di via Bonzanigo inaugurazione della mostra dell’artista Matteo Bisaccia A volte un artista sente il bisogno di tenersi lontano dalle sollecitazioni imposte dai grandi centri culturali per essere libero di coltivare nella massima autonomia la propria poetica. Di qui la scelta dell’artista astigiano Matteo Bisaccia, classe 1986, di intitolare la sua ultima mostra “Demodé, la Fortuna di essere lontani”. In esposizione opere a olio, tempera, acquerello, pastello, sanguigna, ma anche incisioni xilografiche e sculture polimateriche. Singolare la scelta dell’artista di permettere a un solo spettatore alla volta di visitare l’esposizione, che avrà luogo presso la Cascina del Racconto, in via Bonzanigo 46 (4 giugno – 9 luglio), giovedì (dalle 16 alle 20), venerdì, sabato e domenica (dalle 17 alle 23), e gli altri giorni su prenotazione contattando l’artista (3248453316). Precisamente, “La fortuna di essere lontani” da quali tendenze? Oggi va molto l’astrattismo, l’arte concettuale; quando visito le mostre d’arte contemporanea che si tengono nelle grandi città ho spesso la sensazione che si snobbi molto il genere che pratico io. Di quale genere si occupa? Principalmente mi dedico al figurativo, che viene un po’ etichettato come illustrazione, come un genere minore. Mi rifaccio molto a pittori degli anni Cinquanta come Carlo Levi, Casorati, ma anche un po’ Guttuso; ma quel che più influenza le opere in mostra è l’arte naif, in generale, un po’ il realismo magico. Dipingo paesaggi e nature morte, principalmente, ma i miei soggetti vengono poi rielaborati in forme molto geometriche. Il mio è un realismo con delle eccezioni, con degli errori, con delle licenze. Che mastica un po’ di arte ci può vedere qualcosa della corrente del realismo magico. Come nascono le sue opere? Ogni opera nasce dalla sedimentazione delle opere precedenti. Nessuna delle mie opere nasce mai dal nulla, ma è sempre legata a quello che ho fatto prima. Francesco Carriero