goria.E’ Renato Erminio Goria, titolare dell’Alplast di Tigliole, azienda leader a livello nazionale nelle chiusure per alimenti, il nuovo presidente della Camera di Commercio di Asti. E’ stato eletto al terzo scrutinio, superando il direttore della Confartigianato Giansecondo Bossi. Le Camere di Commercio sono uno dei tanti enti a rischio soppressione, sotto la lente d’ingrandimento della spending review. Quale sarà secondo lei il futuro degli enti camerali? Siamo in una fase di attesa. Il decreto sulla pubblica amministrazione è stato licenziato pochi giorni fa, vedremo come saranno i decreti attuativi e cosa significheranno per Asti. In caso di accorpamenti con altre realtà a noi vicine cercheremo di mantenere l’autonomia necessaria a sostenere i progetti di sviluppo del nostro territorio. E’ sicuramente presto per dirlo, ma dal suo osservatorio di imprenditore e figura di rilievo del mondo economico astigiano quale sono le cose da cambiare e quelle da confermare nell’attività della CCIAA di Asti? E’ solo una settimana che sono stato eletto, dunque devo ancora prendere piena coscienza della “macchina” della Camera di Commercio. Penso che ci siano due grandi temi sul tappeto: il ruolo amministrativo – burocratico dell’ente inteso come erogatore di servizi alle aziende e il versante  progettuale finalizzato alla promozione economica. Sotto il primo aspetto, l’obiettivo è snellire il più possibile le procedure, in questo senso occorrerà verificare l’impatto dell’annunciata digitalizzazione della pubblica amministrazione e gli effetti degli eventuali accorpamenti. Dal lato “progetti”  occorrerà capire quali le risorse disponibili per valutare dove concentrarle. Sarà importante investire su quelle iniziative che puntano trasversalmente sulla vocazione economica del nostro territorio: penso ad esempio al “progetto vino” dell’Unione Industriale che coinvolge agricoltura, artigianato d’eccellenza e industria specializzata, ma ce ne sono molti altri. Qualche mese fa gli annunciati tagli al bilancio degli enti camerali avevano messo in forse perfino Sagre e Douja, due appuntamenti imprescindibili del settembre astigiano, organizzati dalla Camera di Commercio. Quest’anno il pericolo è scampato, ma per il futuro lei si immagina una Camera di Commercio senza Douja e Sagre? Purtroppo i tagli sono diventati realtà, con la decurtazione del diritto camerale del 35%-40%, una delle principali fonti finanziarie dell’ente. Le minori risorse rendono ancora più pressante la ricerca di collaborazioni e sinergie con le associazioni di categoria. Quanto a Sagre e Douja sono assolutamente centrali per Asti e per l’ente camerale. Le edizioni di quest’anno sono già in larga parte impostate ma vogliamo comunque di arricchirle con qualche novità. La Douja avrà per la prima volta una sezione dedicata ai vini aromatici, ma abbiamo qualche altra idea in serbo, la sveleremo nelle prossime settimane. Avremo meno spettacoli rispetto al passato, ma cercheremo di dare un taglio più scientifico e non solo promozionale al progetto vino, convinti che indirettamente troverà nuovo slancio proprio il prodotto principe del nostro territorio. L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 7 agosto 2015. Massimiliano Bianco