bellesiniNon chiamatela “presidentessa”: Roberta Bellesini, a pochi giorni dall’annuncio del suo incarico al vertice della Biblioteca Astense, ha le idee chiare sul da farsi e inizia subito sgombrando il campo da questioni di genere, nonostante sia stato detto a più riprese che è la prima presidente donna dopo 111 anni di apertura dell’ente. Come ha accolto la proposta della nomina? “L’ho saputo ai primi di agosto ed è stato un fulmine a ciel sereno. Non avrei mai immaginato che mi venisse proposto questo incarico. Quando il sindaco Fabrizio Brignolo me ne ha parlato sono rimasta spiazzata, nonostante ovviamente mi abbia fatto molto piacere. Però volevo avere la certezza che la proposta non fosse giunta sulla scia dell’emozione provocata dalla scomparsa di Giorgio. Mi sono presa del tempo per pensare, e per consentire al sindaco e all’assessore Massimo Cotto di fare una scelta ponderata. Mi è stato spiegato che questa nomina era stata proposta nell’ottica della continuità con l’operato di Giorgio e dunque ho accettato”. Seguiva già le vicende dell’ente durante la presidenza Faletti? “Per diversi motivi: ero al corrente del lavoro che stava portando avanti mio marito, parlavamo delle decisioni prese durante i consigli di amministrazione, e poi era in corso una collaborazione stretta con Cre[AT]ive, l’associazione di cui faccio parte, su diversi progetti a partire dal marchio Alto Volume, per una linea di merchandising legata alla Biblioteca”. Quale sarà la ricetta Bellesini per la Biblioteca Astense? “Mi piacerebbe riuscire a concretizzare un’idea a cui Giorgio teneva molto: avvicinare i giovani alla lettura con l’aiuto di testimonial del mondo della musica, in particolare dei rapper. Ascoltando un pezzo rap ci si rende conto chiaramente che si tratta di una storia che viene raccontata in musica. Per Giorgio questo rappresentava un buon modo per “riacciuffare” i lettori più giovani, quindi adesso mi muoverò per cercare dei contatti in questa direzione. Altro elemento su cui vorrei puntare è dare rilievo alle particolarità della nostra Biblioteca: specialmente i testi storici e i manoscritti, e il fondo Igor Mann che ci è stato donato da figlio del giornalista rappresentano delle unicità che possono rendere la Biblioteca Astense un punto di rifermento per studiosi e appassionati”. Il testo completo dell’intervista sarà sulla Gazzetta d’Asti in edicola da domani, venerdì 5 settembre 2014. Marianna Natale