benvenuti a tavola - astiUna triade tutta astigiana alla regia di questa seconda edizione di “Benvenuti a tavola”: Lucio Pellegrini e Alessandro Casale con l’aiuto di Simone Rosso hanno diretto la fiction di Canale 5 i cui primi episodi sono andati in onda negli ultimi giorni. Cuochi eccelsi si fronteggiano in una Milano luminosa dai fornelli dei rispettivi ristoranti: il Meneghino di Carlo, raffinato ristorante di tradizione e il Terrone di Paolo, semplice, gustoso e salutista. I due personaggi, con le loro simpatiche famiglie, sono opposti in tutto, nel modo di concepire la cucina, la vita, i rapporti familiari, il lavoro. Come se non bastasse Paolo, appena sbarcato a Milano, ha soffiato il locale sul quale aveva messo gli occhi Carlo. Il cibo può unire, il cibo può dividere. In questa fiction fa entrambe le cose. Nord contro Sud, dunque, ma anche Nord e Sud uniti in un susseguirsi incalzante, divertente e umano di sfide d’alta cucina, di scherzi, colpi bassi, amicizie e amori. “Oltre alla massiccia presenza astigiana – racconta il giovane Simone Rosso, aiuto regista – gli “ingredienti” principali di “Benvenuti a tavola” sono un argomento, quello della cucina, che in questi anni va per la maggiore in Tv e soprattutto un cast eccezionale, che nessuna produzione televisiva italiana può vantare a mio avviso. Giorgio Tirabassi nei panni di Paolo Perrone e Fabrizio Bentivoglio nei panni di Carlo Conforti rappresentano un grande punto a favore ma anche la regia di Lucio Pellegrini ha dato nuova energia alla serie rispetto alla produzione del primo anno. Pellegrini ha saputo trovare la chiave per coniugare la qualità di un film cinematografico con la componente mainstream richiesta dal pubblico televisivo. Non possono mancare naturalmente i riferimenti all’attualità e alla crisi economica; note che, per quanto affrontate con leggerezza, non si può non registrare. Ma è una serie in crescendo, con le sue 9 serate, 18 episodi da 50 minuti che culmineranno a Istanbul”. Il successo di programmi tv come Masterchef ha avuto influenza? “Qualcuno dice che la serie si sia “mastercheffizzata”: la vecchia questione tra Nord e Sud viene raccontata tramite i piatti che entrambi i cuochi propongono, il loro modo di pensare alla cucina e all’approccio del rispettivo cliente verso il cibo. Perrone e Conforti hanno una filosofia diversissima del cibo e questa contrapposizione genera situazioni divertenti”. Come ti sei trovato a lavorare come aiuto regista di Lucio Pellegrini? “Benissimo,  devo dire che questo è uno dei lavori di cui sono più orgoglioso. Lucio è una persona stupenda, insegna moltissimo. E’ un regista prettamente cinematografico, con idee molto chiare, un gusto che non stona mai, idee brillanti e dà molti stimoli. Un regista che ti responsabilizza, e anche se tiene sempre fermamente in mano tutta la parte artistica si trovano insieme soluzioni creative” Che clima si è creato sul set? “C’era uno scambio di idee continuo, un confronto attento tra attori e regista. Lucio ascoltava sempre tutte le voci ma sin da subito si è avvertita una forte coesione, una sintonia che ci ha permesso, pur lavorando molto – complessivamente più di trenta settimane per le due unità -, di divertirci molto. Si arrivava sul set, si leggevano le scene tutti insieme, si rideva già durante le prove”. MN