Il mare, elemento che divide le terre ed i popoli, il mare come mezzo per raggiungere una meta, a volte costretti a lasciare indietro qualcosa a cui apparteniamo. Le voci dello spettacolo “Da questa parte del mare” di Gianmaria Testa, diretto da Giorgio Gallione e interpretato da Giuseppe Cederna, che Andrà in scena il 14 novembre al teatro Alfieri di Asti racconta questo. Il testo è tratto dal libro della vita Del cantautore scomparso, un racconto dei pensieri, delle storie, delle situazioni che hanno contribuito a dar vita ad ognuna delle canzoni dell’album omonimo, ed è anche il racconto di Gianmaria stesso e delle sue radici. Il libro diventa uno spettacolo teatrale vero e proprio e a portarlo in scena sarà Giuseppe Cederna che più volte ha condiviso il palcoscenico con Testa e che con lui condivide ancora, soprattutto, una commossa visione del mondo. Giorgio Gallione, altro amico, cura la regia, traducendo in linguaggio, immagini e forma teatrali, parole pensate per la pagina scritta, ma dense di sonorità e musica.
Da questa parte del mare è un viaggio struggente, per storie e canzoni, sulle migrazioni umane, ma anche sulle radici e sul senso dell’ “umano”.

Abbiamo intervistato Giuseppe Cederna, voce e voci dello spettacolo.
Cosa racchiude Da questa parte del mare e come ti sei sentito a interpretare questo ruolo visto il legame artistico che avevi con Testa ?
“Un piccolo e intensissimo libro più potente di mille chiacchiere. E così lo spettacolo, mescolando le parole di Testa a quelle di Marco Revelli e di Alessandra Ballerini, affronta il tema delle migrazioni moderne senza retorica e col solo sguardo sensato: raccontando storie di uomini e donne. Io sono al contempo la voce di Testa, affiorante con lacerti accennati di canzone, ma anche quella scheggiata di coloro che non hanno voce, in un continuo campo e controcampo che ha quale elemento costante un mare che salva e insieme danna.
Sono stato commosso, onorato, orgoglioso. Ma allo stesso tempo triste nell’interpretare quelli che sono i ricordi di Gian Maria. Esserne la voce mi ha fatto sentire sempre più coinvolto, come un testimone con il compito di portare al cuore le sue parole, le storie umane raccolte da lui per dare modo a tutti di esprimersi.

Quante affinità ha con la storia e il suo collegamento con l ‘ attualità ?

Tra i brani C’è anche quello di Marco Revelli che racconta Lampedusa vista dagli abitanti e una parte scritta da me, dove parlo di Mediterraneo, che per me significa bellezza, meta, storia, poema omerico legato alla storia, non solo luogo di sbarchi clandestini, di vite interrotte, di viaggi allucinanti sui gommoni. Gian Maria affronta anche un aspetto importante del fenomeno migratorio, ciò quello di chi è costretto a lasciare la propria casa, la propria vita per attraversare un mare sconosciuto, senza sapere cosa lo attende, appunto, dall’altra riva. In tutto questo sento forte il legame proprio con questo elemento. E tutto si conclude con una morale imparata da bambino, dalla madre stessa di Gian Maria, uno donna che teneva sempre aperta la porta per tutti. Valore sempre più raro in questo momento di grande diffidenza ed egoismo.

Un attore che è anche scrittore che interpreta un cantautore che scrive. Cosa ti da il teatro rispetto al cinema e alla letteratura?

“Sono fortunato su questo perché posso dire di sentire me stesso in ogni cosa che mi appresto a fare, riesco a condividere le storie che voglio raccontare e trasmetterle agli altri, che questo avvenga su un palcoscenico o davanti alla macchina da presa, o attraverso le parole scritte”.

Giuseppe Cederna si incarna nelle loro storie raccontate attraverso una recitazione impeccabile, affettuosa e graffiante, lacerante e tenerissima. Proprio come le canzoni e le parole di Gianmaria Testa.
Biglietteria: 18 euro platea, barcacce, palchi, 13 euro loggione.
Info e prenotazioni: 0141.399057 – 399040
Manuela Caracciolo