Encomi solenne ai carabinieri astigiani che hanno eseguito le indagini sul caso Ceste. Il Generale di Corpo d’Armata Riccardo Aamato, Comandante Interregionale Carabinieri “Pastrengo” di Milano, nei giorni scorsi ha consegnato i prestigiosi riconoscimenti al Colonnello Fabio Federici, attualmente Comandante Provinciale di Mantova, ma all’epoca dei fatti comandante di Asti, al maggiore Marco Pettinato, comandante del Nucleo Investigativo Carabinieri di Asti, al luogotenente Salvatore Puglisi, al maresciallo capo Gianpiero Di Fazio, all’appuntato scelto Andrea Demartini, all’appuntato Daniele Piglione, tutti Addetti al Nucleo Investigativo Carabinieri di Asti e al maresciallo capo Michele Sarcinelli, comandante della Stazione Carabinieri di Costigliole d’Asti. Il riconoscimento è stato tributato per il positivo esito dell’indagine sul dell’omicidio di Elena Ceste”, ladonna di Costigliole d’Asti, madre di 4 figli, ritrovata morta nel rio Mersa dieci mesi dopo la sua scomparsa. Proprio nei giorni scorsi la Corte d’Appello di Torino ha confermato la condanna a 30 anni nei confronti del marito Michele Buoninconti per omicidio volontario e occultamento di cadavere. I componenti della squadra istituita ad hoc in seno al Comando Provinciale di Asti, denominata in codice “Criminal Mike Unit”, hanno dato vita ad un’indagine monumentale, realizzandola con un metodo multidisciplinare e scientifico, che è stata compendiata in diverse centinaia di pagine fino alla stesura di una “prova logica”, sintesi di un quadro probatorio indiziario molto forte, supportato da numerosissime ore di intercettazione ambientali e telefoniche, testimonianze, accurati sopralluoghi, analisi tecnico/scientifiche, biologiche, geobiologiche, indagini di tipo psichiatrico e psicologico, come ad esempio l’autopsia psicologica. Per il contributo offerto nell’indagine, i premiati sono stati inoltre destinatari di una lettera di elogio da parte del Magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore astigiano Laura Dedoato, che ha sostenuto tra l’altro l’accusa anche di fronte alla Corte d’Appello di Torino.