Sarà un consulente informatico forense a chiarire come una settantottenne non autosufficiente e affetta da una malattia degenerativa, pur portando al polso il braccialetto elettronico, si sia potuta  allontanare dalla casa di riposo dov’era ricoverata, andando incontro a una morte terribile, di freddo e di stenti. Accogliendo in toto la richiesta di incidente probatorio presentata dal legale dei familiari della vittima, il Pubblico Ministero della Procura di Asti, Francesca Dentis, titolare del procedimento per omicidio colposo a carico di ignoti per il decesso di Maria Teresa Silvestro, ha convenuto che fosse necessario accertare eventuali avarie dei varchi elettronici presso la residenza “Anni Azzurri” di Tonengo e del dispositivo tecnologico di cui era munita l’anziana: atti irripetibili, riguardando una situazione destinata per sua natura a modificarsi nel tempo. E così venerdì 27 gennaio il Pm ha conferito specifico incarico a un proprio consulente tecnico con studio a Grugliasco, un esperto del settore avendo prestato la sua attività di consulenza in oltre 1.300 casi per le Procure di tutta Italia.  Si tratta senza dubbio di una decisione importante ai fini dell’accertamento delle cause di una tragedia che ha destato vasta eco in tutto il Piemonte un mese e mezzo fa: una decisione accolta con favore dai familiari della vittima, che risiedono in provincia di Torino, e da Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui la famiglia, attraverso il consulente personale, dott. Giancarlo Bertolone, si è rivolta per fare luce sui fatti, e che sta fornendo tutto il suo supporto tecnico agendo in stretto contatto con il legale di fiducia della stessa. Maria Teresa Silvestro, 78 anni, torinese, malata di Alzheimer, pur avendo il braccialetto elettronico usato per controllare gli ospiti con questo tipo di gravi patologie, e pur essendo la struttura chiusa, poco dopo le 15 del 17 dicembre 2016 era riuscita a uscire senza che nessuno la notasse e la fermasse dalla casa di riposo Anni Azzurri di Tonengo, nell’Astigiano, di cui era ospite da più di un anno e mezzo, e con addosso solo un golfino e scarpe leggere. Non appena gli operatori si sono accorti che mancava, hanno cominciato a cercarla all’interno dei locali, ma invano: a quel punto, attorno alle 17 dello stesso giorno, è stato dato l’allarme alle autorità, è stata avvisata la figlia e sono scattate le ricerche, che hanno impegnato decine di volontari della Protezione Civile arrivati da tutto il Piemonte, oltre ai carabinieri e ai vigili del fuoco, e che peraltro sono state rese più difficili dalla fitta nebbia che avvolgeva la zona.  Purtroppo, dopo una giornata intera di battute a tappeto di tutto il territorio circostante, la vicenda si è conclusa in modo tragico, alle 16.45 di domenica 18 dicembre, con il ritrovamento da parte dei soccorritori del corpo dell’anziana e malata signora in un torrente, nella periferia del paese, a tre chilometri dalla casa di riposo. A essere fatale il freddo patito durante le tante ore trascorse all’addiaccio a vagare senza la capacità di sapersi orientare e di tornare indietro: è deceduta per arresto cardiocircolatorio e ipotermia. Appresa la notizia, la direttrice di Anni Azzurri, Mariangela Manzone, aveva subito annunciato l’istituzione di una commissione interna per ricostruire l’accaduto, avendo ammesso lei stessa che “ragioni e modalità con cui a signora si è allontanata sono ancora da chiarire, in quanto la struttura è chiusa e gli ospiti che ne hanno bisogno, come nel caso di Maria Teresa Silvestro, sono dotati di dispositivi tecnologici per segnalare il passaggio attraverso i varchi d’uscita”. È proprio quello su cui intende andare fino in fondo la Procura di Asti per verificare eventuali profili di responsabilità in capo alla struttura ed assumere, se saranno ravvisati, i conseguenti provvedimenti.