isrta“Storie di vita partigiana al di qua e al di là del Tanaro” è il titolo dell’incontro che il Centro Congressi di Isola d’Asti (via Repergo 45) ospiterà domenica 1° marzo, alle 16, per celebrare il 70° anniversario della Liberazione. L’iniziativa è proposta da Comune e Israt e vedrà la partecipazione di alcuni partigiani isolani, invitati a dare testimonianza sulle attività svolte durante la Resistenza. L’incontro sarà aperto dal sindaco Fabrizio Pace. Successivamente Mario  Renosio, direttore dell’Israt, racconterà date ed eventi della Resistenza tra la Valle Tanaro e la Val Tiglione. Le vicende di Ugo Prete (nome di battaglia Sale) saranno ripercorse dalla scrittrice Laura Nosenzo che al partigiano isolano ha dedicato un capitolo del suo ultimo libro “Il senso dell’acqua” edito da Araba Fenice. Vi si racconta, tra l’altro, della protezione che il Tanaro assicurava a un gruppo di ribelli isolani e dei loro spostamenti al di qua e al di là del fiume (da qui il titolo dell’incontro, a cui sarà presente lo stesso Prete). Ovolta che arrivavano i fascisti o i tedeschi, i partigiani traslocavano sull’altra sponda del corso d’acqua, sotto lo sguardo silenzioso degli abitanti e delle lavandaie, per andare a nascondersi in cascine situate a Campo del Frate, lungo la strada che da Isola Villa conduceva a Belangero, e su una collina di Revigliasco. Terzo relatore della giornata sarà Erildo Ferro: l’ex sindaco appassionato di storia locale illustrerà i nuovi documenti che ha ritrovato l’anno scorso nell’Archivio parrocchiale di Isola. Prima della guerra, tra i pescatori che frequentavano il Tanaro c’era anche Emilio Capello, poi con il soprannome di Avanti comandante della 101.ma Brigata Garibaldi nella quale militò Ugo Prete: sun suo amico si era scelto come nome di battaglia Pepe, lui decise ironicamente di chiamarsi Sale. Una scelta non casuale: i due cucinavano per la brigata. Durante l’incontro si accennerà a una seconda storia isolana racchiusa nel libro “Il senso dell’acqua”: quella dello speciale rapporto tra i fratelli Lorenza, Aldo, Riccardo Morando e il fiume, in particolare della loro singolare passione per le anguille, da decenni ormai scomparse dal corso d’acqua. Ingresso libero.