pres. let. past.7050Porta un titolo significativo la nuova lettera pastorale firmata dal vescovo Francesco Ravinale pubblicata come tradizione vuole, il 1° settembre, ma presentata nei giorni scorsi negli uffici del Vescovado di via Carducci. Si intitola infatti “Vino nuovo in otri nuovi”, ed è la quindicesima lettera, quaranta pagine esatte, che prendono spunto dai prossimi appuntamenti ecclesiali come l’esposizione a Torino della Sindone e il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco, ma anche il Convegno ecclesiale che si svolgerà a Firenze nell’autunno. prossimo. Dopo questa introduzione il vescovo invita poi a riflettere sulle parole e gli insegnamenti di papa Francesco partendo proprio dalla Evangelii Gaudium, il documento che condensa le indicazioni più importanti suggerite dal Santo Padre, mettendo in evidenza tre aspetti fondamentali: la gioia del Vangelo, l’invito alla conversione e l’impegno missionario. Il messaggio più importante lanciato dal vescovo è quello che traspare anche dal titolo della lettera. Consapevole di aver ricevuto in dono il vino migliore  (l’amore e la parola di Dio)  e col rammarico che molti ne siano privi, la comunità ecclesiale deve testimoniare la propria fede soprattutto con la vita, condividendo  il messaggio di gioia e letizia con tutti. L’ultima sezione della lettera è dedicata all’organizzazione della Chiesa nel nuovo contesto sociale, superando il concetto del “si è sempre fatto così”, costruendo quindi comunità più ampie e articolate e imparando a servirsi anche dei mezzi di comunicazione. In conclusione Ravinale sottolinea il fatto che ” Il desiderio della nostra Diocesi è di garantire il servizio religioso ai nostri territori e offrire a tutti la possibilità di scoprire la gioia del Vangelo. Non si tratta di un’impresa impossibile, perché il Signore continua a donare con abbondanza questo vino nuovo. A noi è affidato l’impegno di non affidare il vino nuovo a otri vecchi, perché “nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti”.  Accoglieremo volentieri questo invito, accettando cordialmente l’impegno di essere comunità, di condividere in modo missionario con gli altri le ricchezze della nostra fede e di accogliere senza troppe resistenze i cambiamenti imposti alla nostra Chiesa dalle situazioni nuove e dal ridotto numero di vocazioni sacerdotali e religiose”.