“Recente notizia dell’aumento di stipendio ai direttori delle Asl del Piemonte,  peraltro seguita poco dopo da quella del mancato  superamento del piano di rientro. Non voglio entrare nel merito degli stipendi e degli aumenti, vi sono lavori che comportano responsabilità e rischi, è giusto che venga riconosciuto loro una retribuzione adeguata. La preoccupazione di Saitta, Assessore regionale alla Sanità, che i Direttori ci vengano portati via invece  è tutta sua, e a lui la lascio volentieri. Il punto è che il diritto a una retribuzione adeguata non vale solo per qualcuno. Rimaniamo nel campo della sanità, dove ormai da troppo tempo al personale, sia  medico che infermieristico e amministrativo, non solo non sono riconosciuti aumenti, ma vengono ridotti o annullati voci accessorie, incentivi, premi per il raggiungimento di obiettivi ecc. per cui di fatto lo stipendio viene ridotto. E tutto questo mentre l’attività degli operatori si fa sempre più pesante e complessa, sia perché molte strutture sono sotto organico, sia perché, e mi riferisco in particolare ai medici, si trovano loro in prima linea a far toccare con mano ai pazienti  gli effetti di ridimensionamenti obbligatori di prestazioni, di decisioni prese altrove. Questo espone ad affrontare  quotidianamente problemi e responsabilità di ordine etico, deontologico, morale e anche legale via via più complessi. Opportunamente i sindacati degli infermieri hanno sollevato pubblicamente osservazioni  su questa decisione della Regione, mentre  con rammarico non ho trovato nulla di analogo da parte di quelli dei  medici e dell’Ordine. L’unica cosa che induce a un po’ di ottimismo è la constatazione che, quando lo si ritiene indispensabile, i soldi si trovano”. Mario Alfani, Federspev, Alma