“Mentre con grande speranza leggo le notizie che descrivono le manifestazioni degli studenti e dei sindacati, con grande sconforto e preoccupazione rilevo le parole del sindaco di Asti Fabrizio Brignolo. “Le lacrime e sangue” cui fa riferimento e che si stanno abbattendo su sempre più vaste fasce della popolazione e che si espandono verso la intera cittadinanza, non possono certo risparmiare la nostra città. Da anni le politiche finanziarie dei governi che si sono succeduti hanno colpito i settori più vicini alla vita delle persone (enti locali; servizi; scuola; sanità). Per anni abbiamo denunciato questi effetti preannunciando, quasi profeticamente, le cause della crisi attuale; inutile dire che i partiti di maggioranza, in modo bipartisan, si sono crogiolati in analisi economiche molto distanti dalle nostre. Ad agosto del 2010 il Re era totalmente nudo! La lettera all’Italia della BCE poneva rimedi al debito che già preannunciavano misure di rigore indirizzate verso le fasce già colpite dalla crisi. Queste misure poi sono state inasprite dall’attuale governo Monti (che il partito del Sindaco sostiene), ed aggravano ulteriormente la già precaria condizione dei cittadini del nostro Paese. Vasti settori della società sono in mobilitazione; le piazze chiedono misure diverse ed una finanziaria alternativa: dal disarmo (caccia F35) ad una diversa politica sulle opere, che cancelli tutte quelle grandi ed inutili opere come la TAV, dall’agenda del Governo, indirizzando le risorse su opere infrastrutturali distribuite sul territorio. Occorre che il sindaco si schieri in modo netto; prendendo, se del caso, le distanze dal Parlamento che ha in votazione il ddl stabilità. Questo i cittadini attendono dal Comune, dal sindaco, e non solo uno sfogo pubblico sui giornali ed una ripetizione della posizioni dell’Anci. Occorre, inoltre, che faccia pressione sul proprio Partito, per cambiare o disconoscere la politica dell’attuale Governo. La quasi totalità della popolazione è vittima delle cause della crisi ed oggi non vuole certo pagarne il prezzo, e le piazze, di cui i cittadini si sono riappropriati, indicano un percorso chiaro: disobbedienza oppure barbarie”. Maurizio La Matina