Nei giorni scorsi, nella sede di “Api Asti”, l’associazione di categoria che raggruppa oltre 200 piccole e medie imprese astigiane, si è tenuto un confronto tra gli associati e alcuni candidati alle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, invitati dai vertici dell’associazione per discutere dei problemi che stanno maggiormente a cuore al mondo delle Pmi, che rappresentano il 90% del tessuto produttivo italiano. Erano infatti presenti Massimo Fiorio per il centrosinistra, Roberto Marmo per il centrodestra, Biagio Riccio per la lista “Scelta civica con Monti”, Alberto Pasta per la lista “Rivoluzione civile” e Corrado Griffa per la lista “Fare per fermare il declino”, scelti tra i numerosi candidati astigiani al Parlamento in quanto “esponenti di movimenti o partiti che hanno espresso dichiaratamente e direttamente un candidato premier”. Ad introdurre l’incontro – cui hanno preso parte diversi associati e che ha visto il saluto del sindaco Fabrizio Brignolo – il presidente di “Api Asti” Andrea Cirio, che ha brevemente ricordato la difficile congiuntura economica che caratterizza l’Italia, e l’Astigiano in particolare. «Gli indici relativi al 2012 sono negativi – ha esordito Cirio – e le previsioni per il 2013 non sono affatto positive. Ciò che è emerso da una nostra indagine a livello piemontese, ad esempio, è che le Pmi soffrono di problemi di liquidità e ritardi nei pagamenti: basti pensare che il 60% delle imprese non ha investito negli ultimi sei mesi, e quelle che l’hanno fatto si sono autofinanziate. Per quanto riguarda, nello specifico, i ritardi nei pagamenti, il settore più colpito è quello dei servizi alle imprese e alle persone, in quanto hanno a che fare con la Pubblica Amministrazione: una nostra associata, che si occupa di assistenza psichiatrica, attende pagamenti da tre anni da parte di alcune Asl del Nord Italia». “In tale contesto – ha concluso il presidente – l’Astigiano certamente non brilla, tanto che una recente indagine di Unioncamere ha visto Asti penultima in Italia per tasso di crescita delle imprese nel 2012. Di conseguenza, come imprenditori, riteniamo che ormai sia finito il tempo dei proclami e delle false promesse da parte della politica: le basi della ripresa vanno costruite”. Dopodiché Cirio ha elencato i dieci punti del “Manifesto delle Pmi astigiane”, con le richieste più pressanti alla politica – dalla richiesta di lotta all’evasione ad una maggiore flessibilità nei rapporti di lavoro – attorno a cui si è sviluppata la discussione, accanto ad alcuni stimoli pervenuti da alcuni dei presenti, inerenti soprattutto il rapporto tra politica e banche, la difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese presso gli istituti bancari e l’elevata tassazione che affligge le aziende italiane.