Sono 97.948, rappresentano il 22,3% delle imprese complessivamente registrate in Piemonte, operano prevalentemente nei settori del commercio, dell’agricoltura e dei servizi alla persona, nel 9,8% dei casi sono guidate da straniere, il 12,1% è amministrato da giovani imprenditrici: è questo l’identikit delle imprese femminili registrate in Piemonte.   Nel corso del 2016, il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ha registrato la nascita di 7.396 imprese femminili, a fronte delle 7.535 che hanno, invece, cessato la propria attività (al netto delle cancellazioni d’ufficio): il saldo tra i due flussi è risultato, dunque, negativo per 139 unità, traducendosi in un tasso di crescita del -0,1%. Sebbene il dato sia del tutto analogo a quello del sistema imprenditoriale valutato nel suo complesso (-0,1%), l’imprenditoria femminile piemontese manifesta una maggiore vivacità, sia in termini di natalità (tasso del 7,5%, a fronte del 6,0% registrato per il totale delle imprese), che di mortalità (tasso del 7,6%, contro un 6,1%). La dinamica manifestata dalla componente femminile del tessuto imprenditoriale piemontese appare, inoltre, in controtendenza rispetto a quanto osservato a livello complessivo nazionale (+1,0%).   “L’imprenditoria femminile riveste un ruolo fondamentale nell’economia del nostro territorio, mostrando una tenacia che sorprende da anni – commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte -. Il Sistema camerale dedica un’attenzione particolare alle imprenditrici: presso tutte le Camere di commercio piemontesi sono costituiti i CIF, Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile, che, in collaborazione con enti pubblici e privati, si occupano di sviluppo e qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria, promuovendo azioni per il miglioramento dell’accesso al credito per le imprese femminili, attività di formazione e indagini conoscitive per analizzare le dinamiche che caratterizzano il legame donna-impresa”.   Oltre un quarto delle quasi 98mila imprese guidate da donne svolge la propria attività nel commercio, seguito, a distanza ragguardevole, dalle attività dell’agricoltura, che concentrano il 15,2% delle realtà imprenditoriali, e dalle altre attività dei servizi, in cui trovano spazio le attività dei servizi alla persona, che convogliano l’11,4% delle aziende. Quote significative di imprese femminili operano, inoltre, nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (9,6%) e in quelle immobiliari (7,4%). Valutando l’incidenza delle imprese femminili sul totale delle registrate per settore, si segnala l’importante specializzazione femminile delle altre attività dei servizi (oltre il 58% delle imprese è amministrato da donne) e delle attività di alloggio e ristorazione (in questo caso sono femminili oltre tre imprese su dieci). Quanto alla dinamica esibita dai principali settori di attività delle aziende “in rosa”, si segnalano contrazioni degli stock del commercio (-1,2%) e dell’agricoltura (-1,9%), cui si contrappongono gli sviluppi registrati nelle altre attività dei servizi (+1,8%) e in quelle legate al turismo (+1,6%).   L’analisi per forma giuridica assunta dalle imprese femminili piemontesi segnala, rispetto al sistema imprenditoriale nel suo complesso, una maggiore concentrazione di ditte individuali, che rappresentano circa il 68% delle realtà guidate da donne, a fronte di una quota del 57% osservata a livello complessivo regionale. Il 18,7% delle aziende “in rosa” si è costituto nella forma di società di persone (contro il 23,6% per il totale delle imprese), l’11,9% è una società di capitale (contro un 16,9% complessivo); 2 imprese su 10, infine, assumono forme giuridiche diverse dalle precedenti. Ciononostante si rileva, anche per l’imprenditoria femminile piemontese, la tendenza al progressivo rafforzamento strutturale: nel 2016, infatti, la dinamica migliore spetta alle società di capitale, che registrano un tasso di crescita del 3,9%. Le società di persone scontano il risultato peggiore (-3,0%), le imprese individuali mostrano una crescita sostanzialmente nulla (-0,1%), mentre le altre forme rivelano un tasso di sviluppo dell’1,2%.   L’analisi territoriale rivela come la componente femminile assuma una rilevanza maggiore nei sistemi imprenditoriali di Alessandria (23,5%) e Asti (23,1%). Quanto alla dinamica esibita nel corso del 2016, solo le province di Novara, Torino e Verbano Cusio Ossola. presentano tassi di crescita positivi. La contrazione del tessuto imprenditoriale femminile appare, per contro, particolarmente intensa nei territori di Asti, Alessandria e Biella.