Pensabene deve dimettersi. A chiederlo è Elisa Cerrato, fondatrice su Facebook dell’evento “Astigiani Indignati, vogliamo le dimissioni di Pensabene, meno male che erano il nuovo che avanza”, che conta ad oggi 6 partecipanti. L’iniziativa promossa dalla Cerrato nasce come risposta alle dichiarazioni rilasciate dal capogruppo della Federazione della Sinistra Giovanni Pensabene, che alcuni giorni fa sul quotidiano La Stampa ha illustrato l’intenzione di chiedere un’interrogazione al sindaco di Asti Fabrizio Brignolo sull’opportunità di rimuovere il crocifisso dall’aula consiliare. “L’orientamento religioso dei cittadini italiani – ha dichiarato Pensabene – è sempre più articolato e altrettanto significativo è il numero di non credenti”. Da qui la richiesta di rimozione del simbolo cristiano che non vuol mettere tuttavia in discussione “la liceità dell’esposizione”. Pensabene rammenda infatti che “tra le tante aggettivazioni con cui viene qualificata, tra i costituzionalisti, la “forma Stato” del nostro Paese vi siano quelle di pluralista e laica”. Una sorta di ritorno alle origini, rimarca ancora il capogruppo della FdS, ricordando che “nel periodo 2002-2007 e sicuramente anche in quello immediatamente precedente, nella sala non era esposto alcun simbolo religioso”. “Se l’unico suo problema è il crocefisso immaginatevi che era candidato sindaco!!!”, replica seccamente la Cerrato su Facebook, “Asti muore e lui pensa al crocefisso, vergogna”, e poi un invito ad aderire all’evento per “mandarlo a casa obbligandolo moralmente alle dimissioni”. La notizia ha fatto presto il giro della rete e Nicolò Ollino, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, ha da subito stigmatizzato il gruppo definendolo “inconsistente e fragilissimo, davvero di cattivo gusto e sintomo di scarsissima informazione”. Nella fervida discussione ha preso posizione anche Mario Malandrone, esponente di Uniti per Asti, che sempre su Facebook ha commentato: “Non ho grandi ragioni per difendere Pensabene, ma mi pare che gli emendamenti da lui presentati  su casa, lavoro, consumo di suolo siano già sufficienti per dire che non è l’unica cosa che chiede, s’interessa molto ad “Asti che muore”. Sul crocifisso, seppur lettore e sensibile ai valori cristiani, mi chiedo perché occorra ostentarli con i simboli, uno è cristiano nelle opere e lo stato dovrebbe essere laico”. Fabio Ruffinengo