michele buonincontiMichele Buoniconti ha ribadito la sua innocenza più volte appellandosi anche al giudice Amerio. Al termine delle repliche di accusa, parti civili e difesa ha letto un testo nel quale ha ricostruito la vicenda della morte della moglie Elena Ceste. Morte per la quale è accusato e per cui è stato chiesto il massimo della pena. Il vigile del fuoco si è dichiarato vittima di un errore giudiziario del terzo millennio, imputando le colpe ai carabinieri che hanno fatto le indagini. Ha citato poi un passo dell’Antico Testamento, facendo più volte riferimento alla moglie Elena, “madre dei miei figli”. Per Michele la donna si sarebbe allontanata da casa il 24 gennaio, nascondendosi sulle sponde del Mersa dove ha trovato la morte. Il vigile del fuoco ha ricordato anche i quattro figli, lamentando il fatto di non averli più potuti vedere da 9 mesi. “Chiedo al giudice di non rendersi complice di questo errore”  ha concluso Buoninconti. La difesa rappresentata dagli avvocati Giuseppe Marazzita ed Enrico Scolari ha ribadito che sarebbero necessari ulteriori approfondimenti medico legali, sulle celle telefoniche, sui vestiti di Elena e anche una perizia psichiatrica. “Se il giudice avesse qualche dubbio potrebbe richiedere altri approfondimenti”. La sentenza è prevista dopo le 17.