La notizia della possibile chiusura di un pezzo di storia dell’Asti da bere sta già facendo il giro del web raccogliendo i primi commenti. Non c’è ancora la certezza che il bar Ligure di corso Alfieri abbia serrato i battenti che già molti personaggi di spicco della città dicono la loro. “Ad Asti chiude un altro pezzo di storia che, attraverso grandi burrasche e periodi di sole, ha accompagnato nel bene o nel male tanti astigiani – ha scritto Marcello Coppo sul suo blog -. L’aperitivo è un po’ calato come abitudine e il ritrovo al bar è un po’ diminuito, un po’ a causa della dieta volontaria per dimagrire o per la maggior parte per la dieta coattiva per combattere la crisi o per paura di prelevare al bancomat e beccarsi un verbale dal Fisco che chiama tali atti una sicura fonte di nero. Anche la mancanza di denaro contante è un problema perché al bar non si paga con la carta di credito. Adesso il nero è invece il colore della prospettiva che si va ad affrontare e pensando alla bandiera: al verde sono i cittadini, bianca è la bandiera alzata perché il rosso è il colore del controcorrente a causa delle troppe tasse e degli eccessivi sprechi delle generazioni passate. Pochi sanno che il sabato prima del Palio l’Agenzia delle Entrate ha attuato lo stesso accertamento che la guardia di finanza ha operato a Cortina. Gli ispettori si sono piazzati vicino alle casse di diverse pizzerie-ristoranti e bar della città e alla fine della serata hanno scoperto che l’incasso era fin inferiore a quello dichiarato l’anno precedente nella stessa occasione. Eppure non ho visto nessun comunicato di complimenti per tali esercenti che hanno dimostrato di essere ligi al dovere e allo Stato. Girano meno soldi e non è perché c’è meno nero ma perché ci sono meno soldi anche per lo Stato che non taglia e chiede sempre di più. In più il più grande ritardatore nei pagamenti è lo Stato o il pubblico ma Lui li chiede subito se non son more amare. Quando non li chiede lo Stato, tranquilli, li chiede la Banca. Interessi su interessi. Il Ligure è un po’ una metafora di quello che sta succedendo, chiudono le attività e aprono le banche che hanno negli anni incamerato soldi dalle attività e, ora che chi lavora col sudore ha bisogno di un sostegno, viene gettato via perché non serve più. I soldi meglio investirli in spregiudicati derivati, praticamente gli OMG della finanza, completamente scollegati dalla produzione e dal lavoro, dalla gente comune e dai popoli. Il Ligure è diventato una foto in bianco e nero perché non c’è più liquidità, chissà se al suo posto aprirà una banca?”