C’è anche la Caritas di Asti fra quelle che hanno fatto richiesta per accogliere alcuni degli eritrei della Diciotti, la nave al centro delle ultime polemiche; vicenda che è costata l’iscrizione sul registro degli indagati al Ministro dell’Interno Matteo Salvini e del suo capo di gabinetto, per sequestro di persona, arresto, illegale e abuso d’ufficio.
Dopo un’Odissea di quasi dieci giorni, cento dei migranti sono arrivati a Rocca di Papa, un paese dei Castelli Romani, dove rimarranno fino al 9 settembre, quando cioè verranno dislocati sul territorio in base alla disponibilità delle Caritas e delle Diocesi. Un arrivo, al centro di accoglienza “Mondo Migliore” che ha scatenato violente reazione e manifestazioni fra gruppi di estrema destra contrari all’arrivo dei profughi e cittadini pro migranti che hanno accolta i due pullman di eritrei con cartelli di benvenuto e slogan antifascisti
Il percorso di accoglienza dei 92 uomini e delle otto donne, tutti eritrei, che hanno subito soprusi e violenze, è gestito dalla Cei.
E’ infatti la Conferenza Episcopale Italiana che si farà carico dei richiedenti asilo che verranno inseriti in progetti di accoglienza della durata di un anno e che potranno essere prorogati fino all’ottenimento dei documenti. Gli eritrei verranno ospitati in strutture Caritas che cercheranno a loro volta la collaborazione delle comunità parrocchiali. Fra le Caritas a fare richiesta per poter ospitare qualcuno degli “sbarcati” dalla Diciotti c’è anche quella di Asti.
“La risposta arriverà a giorni – spiega Beppe Amico, direttore di Caritas Asti -. L’unica certezza è che i migranti dovranno lasciare Rocca di Papa entro il 9 settembre”. La vicenda della Diciotti ha smosso l’opinione pubblica. Migrantes, Libera, Gruppo Abele e Pax Christi erano stati fra i primi a esporsi ribadendo con forza che l’immigrazione non è un reato.