“In questi giorni il Natale ci pone di fronte al grande mistero di un Dio che si rende presente nella vicenda umana, ma parla anche di un’umanità che ha bisogno di Dio. Penso ai bambini, i più gioiosi contemplativi del presepio, che volentieri si identificano con il Bambino Gesù e auguro loro che questa nostra società non li costringa a un’esistenza ripiegata nell’orizzonte del quotidiano, ma li aiuti a mantenere la loro naturale apertura al divino, accogliendo e incoraggiando un impegno educativo aperto alla trascendenza. Per gli adulti, alle prese con i problemi della vita, chiedo che sappiano lasciarsi condurre come San Giuseppe dalla voce di Dio, che forse scombussola i progetti, ma sempre rimane vicino, per dirci di non temere, perché i suoi disegni sono sempre disegni di amore. Sarebbe anche meraviglioso se ogni donna sapesse identificarsi con Maria, pure immersa in tante difficoltà e sofferenze, ma sempre forte e pronta ad accogliere nella sua vita la presenza di Dio, nella persona stessa del Signore Gesù, ma soprattutto quando, in modo più difficile da riconoscere, è semplicemente un invito ad accogliere una particolare missione. Più in generale auguro alla nostra società di riconoscersi negli innumerevoli personaggi del presepio, ciascuno dotato di una propria particolare caratteristica, ma tutti orientati verso quella grotta dove si è reso presente il Figlio di Dio. Il Vangelo dice che Egli “è venuto a casa sua, ma i suoi non lo hanno accolto”. La gran parte dei mali del mondo dipende da questa non accoglienza, per cui non trovo augurio migliore per i miei fratelli, che quello di saper accogliere il Dio presente nella nostra storia, che condivide le nostre situazioni e offre i principi capaci di fondare una convivenza fondata sulla giustizia e sull’amore. In tempi di secolarizzazione apparentemente inarrestabile, auguro un sano spirito religioso, premessa sicura per risolvere i problemi più inquietanti. A tutti buon Natale e felice anno nuovo”. Francesco Ravinale