Ha preso ufficialmente il via, con l’arrivo sul posto il 7 maggio scorso dell’infermiera astigiana Stefania Caratti (caposala in pensione dell’ospedale di Asti), il nuovo progetto che l’associazione di cooperazione internazionale DI-SVI gestirà per i prossimi 12 mesi in Palestina.

Finanziato per il 50% dal Ministero degli Affari Esteri, l’intervento ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita e salute degli abitanti dell’area di Masafer, Municipalità di Yatta, nell’estremo sud dei territori occupati palestinesi. Si tratta all’incirca di settemila persone, perlopiù famiglie di pastori e agricoltori, distribuite in una quarantina di villaggi sparsi.

“Proprio la parcellizzazione dei nuclei abitativi, combinata con l’assenza di strade asfaltate, rende estremamente problematico l’accesso dei residenti a servizi sanitari qualificati, in particolare a quelli relativi alla salute materno-infantile in un’area in cui il tasso di natalità è molto alto.”, spiega Anna Ferrero, presidente DI-SVI, “Per superare questa difficoltà e ridurre l’isolamento in cui vive la popolazione di quella zona, puntiamo a invertire il flusso dei servizi sanitari rendendoli disponibili sul territorio.”

Il progetto prevede infatti l’acquisto di un veicolo a trazione integrale e la sua trasformazione in clinica mobile, al fine di raggiungere settimanalmente una decina di località intorno alle quali gravitano numerosi villaggi.

“Il mezzo sarà equipaggiato con apparecchiature mediche da noi acquistate per eseguire ecografie, elettrocardiogrammi ed esami di routine.”, illustra Vincenzo D’Amore, medico albese, socio DI-SVI esperto di progetti di cooperazione in Palestina, “Inoltre, sarà provvisto di personale (un medico e due infermiere), farmaci e vaccini messi a disposizione dalla controparte in loco, il Ministero della Salute dell’Autorità Palestinese, che integrerà i servizi offerti nel proprio sistema sanitario e ne assumerà la gestione a fine progetto.”

A supervisionare le attività sul posto per conto di DI-SVI sarà l’astigiana Stefania Caratti, oltre vent’anni di esperienza nel campo della cooperazione sanitaria con i Paesi in via di sviluppo: Etiopia, Cina, Iraq, Malawi, Sudan, Cambogia, per citarne alcuni.

Caratti ha già lavorato anche in Palestina, dove lo stesso DI-SVI è attivo sin dai primi anni ’90. Tra le attività realizzate dall’associazione astigiana, ci sono la formazione del personale e l’avviamento dell’ospedale pediatrico di Hebron, nonché l’assistenza sanitaria agli abitanti dei distretti di Tulkarem e Qalquiliya e alla popolazione beduina di quelli di Betlemme e Hebron.

“E’ una felice coincidenza che l’avvio del nuovo progetto in Palestina coincida con il trentennale di DI-SVI, fondato nel 1982 da medici e altri astigiani tornati da esperienze di solidarietà e cooperazione in Mozambico.”, aggiunge Ferrero, “L’ONG (organizzazione non governativa) è riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri e ha realizzato progetti con diversi Paesi oltre alla Palestina: Albania, Bangladesh, Bhutan, Cuba, India, Nepal, Nicaragua, Tanzania e Yemen. In città e in provincia ci occupiamo invece di educazione allo sviluppo, attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione nelle scuole, mostre fotografiche e incontri.”

Numerose sono anche le iniziative che l’associazione organizza per raccogliere i fondi necessari a integrare i finanziamenti che riceve dal Ministero degli Esteri e da altri enti. A questo proposito si segnala che è possibile destinare il 5 per mille a DI-SVI indicando il codice fiscale 92005750051 nelle caselle predisposte per la donazione sui modelli della dichiarazione dei redditi

Per ogni ulteriore informazione sulle attività dell’associazione, contattare la sede di via Carducci 77 ad Asti (www.disvi.it; tel. 0141/593407; e-mail italia@disvi.it).